Milano – Il cibo è più buono, se associato alla giusta musica e ai giusti colori. La forma del piatto, il colore delle posate o il suono di accompagnamento a bassa o ad alta frequenza possono modificare sensibilmente il gusto di un alimento secondo le leggi della Gastrofisica, l’ambito di ricerca che indaga l’influenza dei fattori esterni, ambientali o emozionali, nella relazione fra cibo e assaggiatore.
Su queste basi, il laboratorio “Il suono dei sapori e il colore del gusto”, organizzato da Milano Ristorazione nell’ambito della Milano Food City (7-11 maggio), ha coinvolto i bambini della scuola primaria, di età compresa fra 6 e 11 anni. I piccoli hanno assaggiato tre alimenti – un piatto molto gradito, un secondo mediamente apprezzato e un terzo tra quelli meno amati – con diverse modalità.
“Abbiamo offerto ai bambini l’alimento su piatti e con posate di diverso colore, bianco o nero, aggiungendo poi in una seconda fase anche la variabile musicale: alta frequenza e posateria bianca e musica a bassa frequenza e stoviglie nere”, ha spiegato Vincenzo Russo, Professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM di Milano e parte del progetto. Contemporaneamente, ai bambini è stato chiesto anche di esprimere il parere sul ‘gusto buono’ di un alimento rispondendo a un questionario, utile a misurare l’indice di gradimento, attraverso l’espressione di “faccine” più o meno sorridenti (Self-Assessment Manikin): una sorta di emoticon che richiama al valore percettivo e emozionale del cibo. “I dati – aggiunge Russo – saranno poi analizzati da una psicologa e una nutrizionista per conoscere i gusti amati e non dai bambini e per raccogliere ulteriori informazioni sulle motivazioni del gradimento dei piatti serviti nelle mense scolastiche da Milano Ristorazione. Si tratta di indicazioni importanti che ci fanno capire come il sapore non sarebbe stimolato soltanto dal sistema gustativo, ma anche da aspettative sensoriali e cerebrali del tutto inconsapevoli per l’assaggiatore”.
Recenti studi hanno dimostrato per esempio che un alimento asprigno, come lo yogurt, viene avvertito più dolce se gustato con un cucchiaino di colore bianco, rispetto a uno nero. O ancora che “le papille della lingua assaporano lo yogurt ulteriormente ‘zuccheroso’ se, insieme alla posata di colore chiaro, viene consumato in ascolto di una musica ad alta frequenza che sensibilizza a tonalità dolci”. Un modo indiretto per provare quindi a limitare, specie tra i più giovani, il consumo eccessivo di zuccheri: alla base di sovrappeso e obesità che sono oggi, specie in Italia, un vero allarme sanitario.
“Questa iniziativa – ha commentato Fabrizio De Fabritiis, Amministratore Unico dell’azienda – si affianca ad altre che stiamo portando avanti, come il laboratorio dei sapori, affidato quest’anno a Doxa, per raccogliere sempre maggiori informazioni sui gusti degli utenti più piccoli”.