Corriere di Siena – Doretta Masci dal 2013 è la presidente del consorzio Siena Coges, un colosso nell’ambito dei servizi per la pulizia di ambienti di lavoro e locali privati che opera su tutto il territorio nazionale, aggregando società e coop che si sono formate nel tempo per rendere sempre più strutturato un comparto che in passato ha dovuto confrontarsi con pregiudizi e lacune dal punto di vista del “valore” imprenditoriale. Oggi il consorzio Coges, che ha sede in via della Pace a Renaccio, nel territorio comunale di Siena, riunisce e consolida ben sette aziende specializzate nei servizi di pulizia e facchinaggio sfruttando un know how che va dalla piccola impresa locale alla grande azienda nazionale. Ne fanno parte la ditta Bari Lido, la Pulinova di Arezzo, il consorzio Evolve di Firenze, la CoopLat, la cooperativa Clean System, il Centro pulizia Valdelsa, la Siena Servizi poi diventata Samarcanda coop. Tutto il circuito, che negli anni ha fatto il pieno di garanzie e certificazioni Iso, gestisce oltre 1.300 dipendenti in tutta Italia con “…le conseguenti problematiche legate sia ai rapporti con il personale che con la clientela” commenta Doretta Masci, donna energica e intelligente dalle spiccate capacità imprenditoriali che, partita dal basso come addetta alle pulizie, ha conquistato un ruolo manageriale che presuppone non solo capacità ma anche intuito e predisposizione a capire le esigenze di un settore vulnerabile alle crisi e ai cambiamenti del tempo. “Il mio è un lavoro di coordinamento – racconta Doretta Masci – e i primi tempi, quando il consorzio era a livello embrionale, non è stato facile entrare dentro certi meccanismi, soprattutto se si considera il fatto che le ditte si aggiudicano il lavoro attraverso gare di appalto a ribasso e spesso la nostra committenza non rispecchia i canoni geografici. E’ probabile che i lavori di pulizia di ambienti senesi finiscano in appalto a ditte del nord, o viceversa, e questo rende tutto più complicato. Anche la storia che ci ha portato fin qui è complessa e parte da molto lontano”. Oggi le aziende che operano più strettamente nel territorio senese sono la ditta Bari, la CoopLat, la Clean System e Pulizie Vadelsa. “La CoopLat – aggiunge Masci – è presente a Siena dal 1972. Si tratta di una cooperativa di pulizie di origine fiorentina che negli anni Settanta subentrò ad una cooperativa che si chiamava Splendicoop e si occupava della fornitura di servizi di pulizia dei grandi locali dell’università, Monte dei Paschi e azienda Sclavo. Successivamente la banca assunse direttamente il personale e CoopLat si occupò esclusivamente di università e Sclavo”. Ma la banca poi ha nuovamente proceduto al distacco del personale addetto alle pulizie adeguandosi ad una formula diversa. “L’obiettivo – spiega ancora la Masci – era quello di lavorare per le banche ovviamente e nel 2007, quando magari Mps era già in difficoltà ma ancora nessuno lo sospettava, proponemmo al Monte di creare una agenzia a livello nazionale esclusivamente dedicata alla pulizia di tutti i suoi locali, dal Piemonte alla Sicilia. E nacque la Project con lo scopo finale di allargarsi anche ad altre banche. Ma il progetto rimase circoscritto al Monte Paschi perché altri istituti di fatto non hanno mai aderito bloccando la sviluppo prospettato”. Lei come arriva a questa attività? “Quasi per caso diciamo. Nel 1978 all’interno della federazione del Pci di Siena, io sono originaria di Chiusi, mi fu suggerito di formare una cooperativa di servizi. Erano gli anni in cui il mondo della cooperazione iniziava ad assumere un grosso valore. Mettemmo un annuncio sul Nuovo Corriere Senese, giornale locale finanziato dal partito, e fummo subito contattati dalla Lega cooperative che ci consigliò, piuttosto che creare un organismo nuovo di zecca, di entrare a far parte della CoopLat che operava essenzialmente all’interno dell’Università. Così partì il nostro progetto portando in dote anche un servizio di lettura contatori che ci era stato affidato dal Gas int, azienda del gas. Iniziai a lavorare facendo le pulizie, come altri del resto, poi nel tempo ci sono state delle evoluzioni personali. Io pian piano mi sono ritrovata ad assumere un ruolo dirigenziale e non è stato facile perché questo è un settore snervante, soprattutto nei rapporti con il cliente, e anche perché il nostro lavoro è stato sempre considerato, come dire, poco nobile, molto bistrattato”. Voi lo avete nobilitato? “Di sicuro noi abbiamo fatto di tutto per cercare di dare dignità ai lavoratori dotandoli di contratto e tutela sindacale. Nel tempo poi c’è stata per fortuna anche una sensibilità dal punto di vista della sicurezza, utilizzando prodotti sempre meno nocivi e inquinanti a tutela sia del personale che degli ambienti. Pensi che per una quindicina d’anni la CoopLat ha fornito servizio anche al policlinico”. C’è stato un periodo particolarmente florido per questo settore? “Sicuramente. Negli anni Novanta, quando la disoccupazione arrivava al 4 per cento, noi avevamo difficoltà a reperire personale. La Lat è stata la prima cooperativa ad assumere extracomunitari, la prima ondata di albanesi arrivati in città”. E oggi qual è il volume di affari che muove il consorzio Coges? “Si parla di cifre importanti, abbiamo un volume d’affari di 5 milioni di euro con una superficie totale da pulire di oltre 523mila metri quadrati e la CoopLat, che detiene di 42 per cento all’interno del consorzio, è uno dei partner più importanti”. I vostri dipendenti sono comunque tutti a regime part time. “Sì, tutti part time e non solo, l’orario di lavoro si concentra all’alba, dalle 6 alle 8,30, e dalle 16,30 alle 21, quando gli altri smettono di lavorare, quindi in fasce orarie abbastanza scomode”. Occuparsi di 1300 lavoratori non deve essere facile. “Decisamente no, le beghe da risolvere sono tante e altrettanti i casi da valutare con la massima obiettività. E io, che inizialmente avevo un carattere passionale, col tempo sono diventata molto più moderata. La responsabilità è tanta ma sono soddisfatta perché ritengo che il mio lavoro sia stato una bella palestra di vita e mi ha dato molto in termini di rapporti umani”. Oggi la tecnologia aiuta? “Mah, forse a livello contabile, ma nelle pulizie secondo me vale ancora l’olio di gomito”. La crisi del Monte dei Paschi vi ha penalizzato? “Certamente, siamo partiti con un appalto importante che si è assottigliato di molto nel corso degli ultimi dieci anni fino a dimezzarsi, sono stati tagliati i tempi di lavoro e hanno chiuso tante filiali costringendoci a ridurre i contratti e a ridimensionare di molto la Project”. Il vostro personale è quasi tutto femminile. “Al 90 per cento sì. Ci sono anche squadre maschili per i lavori più complessi, si va dalla pulizia ordinaria agli interventi straordinari in caso di immobili da ristrutturare, facchinaggio, smaltimento rifiuti speciali, ci occupiamo anche di giardini e taglio erba”. La sede di via della Pace è proprietà del consorzio? “Sì, siamo riusciti ad acquistare questi locali e abbiamo fatto un buon investimento”. La retribuzione media resta comunque bassa… “Il lavoro è part time e la media degli stipendi è bassa. Il numero del personale è alto ma lavorando poche ore a settimana la retribuzione resta modesta…e i pregiudizi verso questo tipo di lavoro purtroppo restano ancora duri da scalfire”.
Fonte: Corriere di Siena