In autunno ci saranno conti più salati per gli habitué di bar e ristoranti, che, a causa dei prezzi di energia e materie prime sempre più alti sono costretti a scaricare i costi extra sui clienti. Se fino ad adesso, complice l’alta stagione che ha portato affluenza, gli imprenditori sono riusciti a limitare in qualche modo gli aumenti, lo scenario che si prospetta per i prossimi mesi sarà critico. Le cause principali sono la nuova eventualità di un taglio totale delle forniture di gas russo all’Italia e, ovviamente, la guerra in Ucraina che ha alzato il prezzo del grano e della farina di cui l’Ucraina è primo esportatore al mondo.
“Ogni esercente a settembre dovrà rivedere il proprio conto economico. E questo significa che per garantire la sopravvivenza della propria azienda- ha spiegato Claudio Pica, di Fiepet Conferesercenti – dovrà trovare delle soluzioni per contenere gli aumenti del latte, che si sommano a quelli di energia, gas, farina”. Ed il modo per farlo sarà quello di prevedere un rincaro su cibi e bevande somministrate.
A settembre dovremmo quindi aspettarci un rincaro dei costi generali. Una tazza di caffè da 1 euro verrà a costare 1.20 mentre per quanto riguarda il settore ristorazione per i primi e i secondi piatti ci sarà un rincaro di circa 2 euro a pietanza rispetto ai costi attuali.
“Dagli alimentari alla ristorazione all’abbigliamento, è impossibile non riversare gli aumenti ai consumatori”, ha riportato anche Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio.