Il 1° giugno l’associazione Foodinsider, osservatorio sulle mense scolastiche che ogni anno monitora lo stato del servizio di ristorazione per identificare modelli virtuosi e best practice, ha presentato nella sala stampa della Camera dei deputati la settima edizione della classifica annuale delle migliori mense del paese.
Tra i criteri di valutazione sono stati presi in considerazione il corretto bilanciamento degli alimenti per una nutrizione equilibrata, l’assenza di cibi processati e opzioni sane e sostenibili, prediligendo il km 0 e l’attenzione verso l‘ambiente.
Sul podio a pari merito si confermano per il secondo anno consecutivo i comuni di Parma e Fano, a seguire quello di Cremona che si aggiudica il terzo posto.
Anche se non tra i tre più virtuosi, vengono premiati con il quarto e quinto posto i comuni di Rimini e Jesi che hanno saputo dimostrare il loro impegno nell’investire sulle mense scolastiche e sulla sostenibilità alimentare.
Nonostante nella classifica si sia aggiudicato il nono posto, ha impressionato positivamente la commissione il menù di Sesto Fiorentino, che raccoglie al suo interno i comuni di Campi Bisenzio, Signa, Calenzano, Carmignano, Barberino del Mugello. Il menù di questi comuni, infatti, è ricco di cereali e alimenti a km 0 e della filiera corta che rappresentano il 75% delle materie prime offerte ai piccoli utenti delle loro mense.
A fare un grande salto di qualità sono stati i comuni di Aosta, al quattordicesimo posto, che si è impegnato ad eliminare tutti i cibi processati a favore di un menù più salutare e vario, e Lecce che ha portato nelle mense la gastronomia locale e i prodotti del territorio pugliese. Il comune, inoltre, si sta impegnando attivamente per combattere l’obesità infantile che purtroppo in Puglia rappresenta un importante problema che affligge il 40% dei bambini.
In generale Foodinsider ha registrato un generale miglioramento della qualità rispetto allo scorso anno, ma dall’altra parte si è registrato un aumento degli scarti. Il 47% dei bambini non porta a termine il proprio pasto, che, viene poi gettato nei rifiuti. La commissione invita quindi le mense ad affrontare il problema capendone le cause, che potrebbe avere fonte da porzioni troppo eccessive, cattiva educazione alimentare o cibi poco gustosi per i giovani palati.
Il confronto con i menu scolastici è un modo per valorizzare il lavoro di chi crede nell’importanza del servizio di ristorazione scolastica, ci investe e dimostra un livello di competenza e di governance superiore agli altri menu analizzati. Mettere la mensa scolastica al centro delle politiche del Comune restituisce alle Amministrazioni non solo un riconoscimento in termini di reputazione e maggiore consenso, ma ha ricadute sulla salute dei bambini e dell’ambiente. L’investimento ha quindi dei ritorni garantiti che vanno considerati come un vantaggio per la politica di chi amministra.
Non sono ancora pubblici i posti in fondo alla classifica, che verranno resi pubblici solo dopo le elezioni amministrative.