Continuano gli scioperi di protesta che coinvolgono ormai da un mese la catena di supermercati Pam Panorama. In seguito alla decisione della società di tagliare le ore di lavoro agli addetti delle pulizie e far svolgere il resto delle mansioni igieniche al personale impiegato già in altri ruoli come cassiere e scaffalisti, il personale di Pam Panorama ha detto no.
Le cassiere del supermercato nel centro commerciale Panorama di San Mauro a Torino hanno scioperato improvvisamente per un’ora per sostenere la decisione di tre colleghe che si sono rifiutate di svolgere le nuove mansioni di pulizia a loro assegnate. La società Pam Panorama ha risposto al rifiuto con delle lettere di contestazione che sono state la causa della protesta.
“In questo caso l’azienda ha deciso di togliere ore di lavoro alle nostre colleghe che si occupano delle pulizie per farle a fare a noi. Ieri sono arrivate le prime tre lettere di contestazione ai lavoratori che si sono rifiutati e quindi oggi siamo scesi in sciopero all’improvviso per dare un segnale forte a questa azienda: non è solo tagliando sul costo lavoro che si risolvono i problemi. Le signore delle pulizie non sono lavoratori indiretti, ma sono nostri colleghi e siamo qui per loro” riportano le cassiere durante lo sciopero.
Armate di scope, guanti di gomma e disinfettanti con ironicamente scritto sopra ‘Panorama gioca sporco’ le cassiere hanno intonato la canzone di ‘Bella Ciao’ all’ingresso del centro commerciale per lanciare il loro messaggio.
Non è la prima volta che i dipendenti di Pam Panorama protestano. A inizio ottobre Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs avevano organizzato tre ore di sciopero proprio contro la decisione dell’azienda di far fare alle commesse e ai commessi dei supermercati molte delle attività di pulizia e igiene dei supermercati fino a quel momento svolte da imprese di pulizia.
“Si tratta della decisione, già contestata in passato, di internalizzare le pulizie – spiega Roberto Porrari, di Filcams Cgil – e anche in questo caso i lavoratori protestano. Da un lato, per ribadire che ci sono ruoli e mansioni da rispettare. Dall’altro, per solidarietà verso le cooperative che avevano in appalto questo tipo di servizio e che ora rischiano contraccolpi nelle commesse e posti di lavoro a rischio“.