Mercoledì 9 giugno, in occasione della conferenza conclusiva del progetto pilota Life Effige, saranno presentate le esperienze delle filiere che per prime hanno applicato il calcolo dell’impronta ambientale di prodotto e hanno sviluppato le regole per la certificazione nelle rispettive categorie merceologiche.
È ormai decollato il Made Green in Italy, lo schema nazionale volontario sviluppato dal Ministero della Transizione Ecologica per promuovere le eccellenze italiane ad elevata qualificazione ambientale e a ridotto impatto sull’ambiente. Per presentare le novità principali su questo tema e per illustrare le opportunità oggi garantite dalla certificazione, mercoledì 9 giugno, a partire dalle ore 10:00, in diretta streaming sul sito web dell’agenzia di stampa Adnkronos è in programma il webinar dal titolo “Made Green in Italy – Il decollo operativo dello schema di certificazione dell’eccellenza ambientale dei prodotti italiani e il suo ruolo nella transizione ecologica”.
L’evento, che vedrà fra gli altri la partecipazione di rappresentanti del Ministero della Transizione Ecologica e della Commissione Europea, sarà inoltre l’occasione per illustrare i risultati ottenuti dal progetto europeo pilota Life Effige (Environmental Footprint for Improving and Growing Eco-efficiency) che, sotto il coordinamento dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha coinvolto quattro filiere produttive di grande rilevanza per il Made in Italy (agroalimentare, legno-arredo, fonderie e servizio di ristorazione) nella sperimentazione della metodologia Pef (Product Environmental Footprint), il metodo di calcolo dell’impronta ambientale alla base della certificazione Made Green in Italy e che sta accompagnando il sistema produttivo italiano verso la piena attuazione dello schema e la sua valorizzazione competitiva.
“Lo schema Made Green in Italy – dichiara Fabio Iraldo, professore ordinario dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna – è un formidabile strumento per stimolare il miglioramento delle prestazioni ambientali dei prodotti e dei servizi offerti dalle aziende. Vedere riconosciuto l’impegno per la sostenibilità con un marchio che è capace di associare l’eccellenza ‘green’ alla tradizione produttiva del Made in Italy, per di più rilasciato direttamente dal Ministero della Transizione Ecologica, è un’opportunità unica per un’azienda che, grazie a questa duplice leva potrà essere più competitiva sui mercati nazionali e internazionali. Chi ottiene questa certificazione può infatti far valere in modo integrato garanzie di tracciabilità e di sostenibilità ambientale, che rappresentano oggi un fattore determinante per avere successo nei confronti dei consumatori”.
Made Green in Italy, che punta a diventare il nuovo standard sulla sostenibilità dei prodotti Made in Italy, rappresenta un tassello chiave nel quadro delle politiche nazionali per la transizione ecologica: la sua adozione intende infatti promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo, contribuendo così ad attuare nel contesto italiano la strategia per il Green Deal e per il Piano d’Azione sull’Economia Circolare dalla Commissione Europea.
Per essere certificato Made Green in Italy, un prodotto deve presentare prestazioni ambientali pari o superiori ai benchmark di riferimento, che vengono stabiliti sulla base di una valutazione effettuata seguendo la metodologia Pef.
La certificazione è accessibile ai soli prodotti per i quali esiste una Rcp (Regola di Categoria di Prodotto) in corso di validità. Le Rcp, che devono essere proposte al Ministero da soggetti pubblici o privati che rappresentano oltre il 50% del fatturato del settore cui appartiene la categoria di prodotto in questione, sono i documenti contenenti le indicazioni metodologiche che definiscono le regole e i requisiti necessari alla conduzione di studi relativi all’impronta ambientale per quella specifica categoria di prodotto.
Grazie all’esperienza maturata nell’ambito del progetto Life Effige, alcune filiere produttive hanno già potuto presentare al Ministero delle proposte di Rcp relative a specifiche categorie di prodotto, e sono ora in attesa di ottenere il via libera per permettere alle aziende che operano nei settori interessati di richiedere il marchio per i loro prodotti.
“Le filiere produttive che hanno partecipato al progetto Effige hanno anticipato i tempi verso l’elaborazione delle Regole di Categoria di Prodotto – sottolinea Francesco Testa, professore associato dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – e alcune di loro hanno anche già presentato le loro proposte al Ministero. Grazie all’importante lavoro condotto durante il progetto Effige, in altri progetti europei (come il Life Magis, che vede la Scuola Superiore Sant’Anna come Partner) e nelle parallele azioni di supporto condotte dal Ministero della Transizione Ecologica, quindi, ora le aziende attive nei settori per i quali sono state approvate le Rcp possono già certificare i loro prodotti con il marchio Made Green in Italy, con tutti i vantaggi competitivi che una certificazione di sostenibilità ambientale così autorevole può garantire oggi e ancor più in futuro”.
Il Progetto Life Effige
Il progetto Effige, finanziato dall’unità Life della Commissione Europea, giunto alle battute finali, ha coinvolto quattro filiere produttive di grande rilevanza per il Made in Italy: agroalimentare, legno-arredo, fonderie e servizio di ristorazione, all’interno delle quali si è sperimentata l’adozione della Product Environmental Footprint (Pef), un metodo di calcolo dell’impronta ambientale di prodotti e servizi promosso dalla Commissione con la Raccomandazione 179/2013/Ue. Le aziende che partecipano al progetto hanno calcolato l’impronta ambientale su alcuni prodotti rappresentativi del proprio ambito di riferimento individuando così le principali categorie d’impatto. In un secondo momento, hanno messo in atto una serie di azioni di miglioramento utili a ridurre l’impatto della produzione e, infine, stanno ricalcolando l’impronta ambientale per valutare l’effettiva efficacia delle misure intraprese.
Il progetto Effige non ha soltanto sviluppato attività scientifiche di calcolo e riduzione dell’impronta ambientale dei prodotti: ha anche definito di strumenti di comunicazione per valorizzare le performance di sostenibilità raggiunte e rendere il metodo Pef versatile, duttile e applicabile a tutte le imprese, specialmente alle Pmi.
Fra questi strumenti, i principali sono:
1. PefStarter, uno strumento online che propone un percorso informativo personalizzato sugli aspetti principali del metodo PEF, al termine del quale viene elaborato un report scaricabile contenente le informazioni critiche ricevute
2. Life Cycle Communication Tool, uno strumento che permette di rielaborare con equivalenze di facile comprensione i risultati che emergono dai complessi indicatori con i quali si calcola l’impronta ambientale di un prodotto nel suo intero ciclo di vita: dall’ideazione, alla produzione e all’uso, fino allo smaltimento.
3. Linee guida per la Pef Communication, un documento che mira a fornire un supporto per la comunicazione ambientale di prodotto e le iniziative di green marketing. Il documento illustra i principi da rispettare per fare una comunicazione ambientale metodologicamente corretta e di facile comprensione, fornendo anche diversi esempi concreti di comunicazione rintracciati sul web.
I partner del progetto
L’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che coordina il progetto, propone programmi di formazione e ricerca focalizzati su questioni rilevanti per le istanze di modernizzazione e innovazione del Paese. Sono due le finalità principali dell’Istituto di Management: declinare il management dell’innovazione con riferimento all’industria e al settore dei servizi privati e pubblici; fornire contributi originali dal punto di vista della produzione scientifica e apporti al settore pubblico e alle imprese in termini di conoscenze e formazione di competenze qualificate.
Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, partner tecnico del progetto, è un ente pubblico finalizzato alla ricerca, all’innovazione e alla fornitura di servizi avanzati nei settori dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.
Assofond, Associazione Italiana Fonderie, è l’organizzazione industriale di categoria che rappresenta le principali imprese italiane del settore. Fondata nel 1948, aderisce a Confindustria e alla European Foundry Association (Caef), contando circa 200 aziende associate.
Consorzio Agrituristico Mantovano è una rete di 350 aziende agricole e agrituristiche sorta nel 1998. Ha sede a Mantova e svolge attività di promozione integrata delle risorse di turismo rurale e dei prodotti di fattoria delle campagne mantovane e lombarde.
Camst è la più grande azienda di ristorazione a capitale interamente italiano, con un fatturato di 507 milioni di euro e 10.560 dipendenti (dati bilancio 2016). È specializzata in tutti i settori della ristorazione, dalla collettiva a quella commerciale.
FederlegnoArredo, fondata nel 1945, è parte di Confindustria e rappresenta le imprese italiane che operano nel settore del legno-arredo: una filiera economica integrata che, dalla materia prima al prodotto finito, crea un flusso di prodotti ad alto valore aggiunto.
Fonte: Adnkronos