La richiesta a Draghi. I governatori rivogliono anche il gioco a carte: 13 mesi fa partì tutto da lì.
Sì ai ristoranti aperti anche di sera, sì al ritorno a cinema e a teatro ma solo se si è vaccinati o muniti di certificato che attesti l’esito del tampone negativo, palestre aperte anche in zona rossa rispettando regole e distanze. Eccole le linee guida per la riapertura, le proposte stilate dai tecnici dei territori, mentre scriviamo al centro del confronto tra le Regioni che dovranno approvarle per per poi, sempre nella giornata di oggi, sottoporle all’attenzione del governo impegnato a definire il programma per far ripartire gradualmente esercizi e attività. Il timing fissato dall’esecutivo, anche sulla base dell’evoluzione dell’epidemia che nelle ultime settimane sta facendo registrare l’abbassamento della curva dei contagi e una progressiva schiarita dello scenario, scatterà a partire dal mese di maggio. Intanto si ragiona sulle regole. Le Regioni hanno messo le loro proposte nero su bianco. Dieci pagine e tre capitoli: “Ristorazione”, “palestre e piscine” e “cinema e spettacoli dal vivo”, “che rappresentano le attività maggiormente penalizzate dal meccanismo delle chiusure in base allo scenario”, si legge nel documento.
Sul fronte della ristorazione, vengono indicate anche le distanze che i clienti dovranno rispettare per tornare nei bistrot, nelle osterie e in trattoria. Occorre privilegiare le prenotazioni, raccomandano le Regioni e “disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors)”.
Per consentirne la riapertura anche nelle regioni rosse, le regioni propongono di integrare le misure attuali “con strategie di screening/testing”.E oltre all’ingresso su prenotazione, comunque non obbligatorio, tra le linee guida figura la misurazione della temperatura all’ingresso e il divieto di assembramento davanti ai locali, ingresso su servizio prenotazione (non obbligatorio). E poi sempre mascherine anche per i clienti quando non sono al tavolo, menu digitale o in stampa plastificata, disinfezione delle superfici dopo ogni servizio. Nei locali che non dispongono di posti a sedere, l’accesso è consentito “a un numero limitato di clienti per volta”, assicurando la distanza di 2 metri tra le persone anche per le consumazioni al banco. Va privilegiato “ove possibile” l’uso di spazi esterni e incentivata l’apertura di porte e finestre. L’aria condizionata si può usare solo escludendo la modalità di ricircolo. Via libera anche al buffet, purché i clienti non tocchino i cibi e si presentino con la mascherina indossata.
Mentre “la modalità self service può essere consentita con prodotti monodose”, si legge nel documento stilato dai tecnici dei territori.
Tra le proposte non si può non notarne una che riguarda i bar. Le Regioni propongono che, pur non rispetto delle regole anti Covid – a cominciare ovviamente dall’igienizzazione delle mani e dall’obbligo di indossare la mascherina – si possa tornare a mettere a disposizione della clientela giornali e riviste e, soprattutto, a giocare a carte. Inevitabile ripensare ad Adriano Trevisan e Renato Turetta. Trevisan è stato il primo a morire per Covid in Italia sul finire di febbraio dell’anno scorso, seguito una ventina di giorni dopo da Turetta. Erano amici, molto probabilmente si erano contagiati proprio giocando a carte nello stesso locale di Vo’ Euganeo, in provincia di Padova.
Poi ci sono le palestre, che per le regioni possono riaprire anche in zone ad alto rischio. Anche su questo fronte s raccomanda la prenotazione per organizzare le attività in modo da evitare affollamenti. Porte e finestre aperte “il più possibile”, attrezzi e macchine disinfettate dopo ogni uso, nelle docce e per svolgere le attività la proposta è di mantenere una distanza di 2 metri.
In piscina, invece, le presenze vanno gestite assicurando 7 metri quadri di acqua a nuotatore. Alla riapertura precedente delle strutture, i metri quadri da calcolare erano 10. La superficie che deve essere garantita per ogni ombrellone nelle aree verdi e in quelle adibite a solarium. Tre lettini e sdraio la distanza deve essere invece di un metro.
Nella bozza delle linee guida predisposte dalle Regioni per le riaperture, per i tecnici dei territori possibili “anche in scenari epidemiologici ad alto rischio” sono inserite pure le strutture, le piscine termali e i “centri benessere, anche inseriti all’interno di strutture ricettive, e alle diverse attività praticabili in tali strutture (collettive e individuali)”. Prima della riapertura dei centri è necessario eseguire adeguatezze interventi di prevenzione e controllo del rischio di contaminazione del sistema idrico, per esempio da Legionella”. Distanze da mantenere e obblighi e regole da rispettare sono gli stessi proposti per il settore delle piscine. Inoltre nelle strutture termali e nei centri benessere, se non previsto un servizio di ristorazione, non è consentito consumare alimenti. Vietati i trattamenti inalatori in forma collettiva.
E, esclusi i conviventi, almeno a un metro dovranno tenersi a distanza le persone che vorranno tornare al cinema. Anche in questo caso, le Regioni propongono di privilegiare l’accesso su prenotazione, di rilevare la temperatura e vietare l’ingresso con febbre oltre 37,5. La cassa deve essere dotata di barriere fisiche. Mascherina obbligatoria, nessuna possibilità di assistere agli spettacoli in piedi, porte e finestre lasciate aperte il più possibile e nei guardaroba, indumenti e oggetti personali riposti in sacchetti porta abiti. Durante i concerti, anche i musicisti dovranno mantenere la distanza di almeno un metro, che per gli strumenti a fiato aumenta a 1,5 metri mente il direttore deve stare a 2 metri dagli orchestrali. Per i danzatori, essendo complicato usare mascherine e mantenere il distanziamento, “devono essere prese in considerazione anche altre misure di mitigazione” in linea con quanto si fa per palestre e sport di squadra. “Da evitare” – e questo in generale in tutto il settore del teatro – “l’uso promiscuo dei camerini salvo assicurare un adeguato distanziamento interpersonale unito a una adeguata pulizia delle superfici”. Quando non si può rispettare il distanziamento, artisti e personale devono indossare la mascherina e i costumi di scena possono essere condivisi solo se prima sono stati igienizzati.
Fin qui le Regioni, che stanno ragionando anche sullo spostamento tra i territori. I presidenti regionali chiedono che sia autorizzato almeno tra regioni gialle. Cosa deciderà il Governo?