Vercelli, 18/07/2020 – A processo anche la società Punto Service di Caresanablot e il presidente Massimo Secondo L’udienza a Vercelli fissata il 26 novembre. Nell’indagine controllati appalti per 50 milioni.
Il caso
Dieci persone rinviate a giudizio e tre patteggiamenti. Il giudice Claudio Passerini ha dato ragione alla Procura nell’udienza preliminare che doveva decidere il futuro degli imputati nel filone vercellese dell’inchiesta sulla Punto Service di Caresanablot. Tra i rinviati a giudizio la stessa società e il suo presidente Massimo Secondo. L’udienza per il processo è stata fissata in Tribunale a Vercelli il 26 novembre. Due anni è durata l’indagine, il cui spunto è arrivato nel 2015, con i finanzieri che hanno controllato 14 appalti per un valore di circa 50 milioni di euro, in cui gli indagati erano 35. Secondo l’accusa ci sarebbero stati bandi costruiti ad hoc, gare d’appalto pilotate e allestite su misura per la Punto Service, società individuata come quella vincitrice. A Vercelli sono stati rinviati a giudizio Massimo Secondo, presidente della Punto Service, Giovanni Maria Ghè e Gianpaolo Paravidino, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e direttore dell’Ipab Borsalino di Alessandria, Paolo Barbano, presidente della commissione di gara finita sotto la lente di ingrandimento degli investigatori. Con loro a processo altre figure legate alla Punto Service: Franco Deambrogio, l’allora amministratore delegato, la sua collaboratrice Elisa Pelizzari, Mikaela Caranazza. Poi ci sono i pubblici ufficiali: Laura Muscarà, ex direttrice della casa di riposo«Caterina Corrado» di Albissola, Massimo D’Angelo e Claudia Mantovani, componenti di commissioni di gara che si sono svolte nella provincia di Alessandria. Davide Sandalo, Ubaldo Omodeo Zorini ed Enrico Drutto hanno chiesto ed ottenuto un patteggeranno in continuazione, dopo le condanne arrivate nel primo filone dell’inchiesta. Sandalo ha patteggiato 4 mesi in più di condanna, Drutto due, Omodeo Zorini uno. Il presidente della Punto Service Massimo Secondo a Vercelli dovrà rispondere di corruzione. I suoi legali hanno contestato la competenza territoriale di Vercelli. «Tema che riproporremo in Tribunale», ha commentato il legale Enrico Girardi. Per gli altri imputati le accuse, a vario titolo, sono di turbativa d’asta, corruzione, istigazione alla corruzione. Si sono costituite parti civili lìAsl di Alessandria e l’Ipab Borsalino di Alessandria.
Fonte: La Stampa