Salerno, 26/05/2020 – Di ricominciare hanno tutta la voglia. Ma quella del 25 maggio è restata una riapertura solo sulla carta. E presumibilmente andrà avanti così ancora per qualche settimana, quantomeno fin quando non sarà chiarito definitivamente quando e se verrà meno il blocco tra i confini regionali.
Un ostacolo con il quale i proprietari e i gestori di b&b e case vacanze sono costretti a fare i conti, mentre tentano di districarsi tra la burocrazia dell’ultima ordinanza regionale, quella «emessa, tanto per cambiare, nella tarda serata di domenica, a poche ore dalla ripartenza – sbotta Francesco Rainis della Sinforosa – Hanno avuto mesi per prendere delle decisioni, invece, come al solito, i protocolli sanitari da seguire vengono comunicati in extremis e senza specifiche. Non ci sono differenze tra hotel e affittacamere, non ci sono regole certe e – continua – non ci saranno i controlli. Gli abusivi erano intoccabili prima, lo saranno a maggior ragione oggi».
Gli interrogativi
Rainis è molto critico: «Che succede il 3? Posso prendere prenotazioni dal Lazio? E dalla Lombardia? La sanificazione costa molto: 90 euro di termoscanner, 200 di pulizie. E se le Regioni applicano un nuovo lockdown che si fa? Nel frattempo una cosa è rimasta invariata: l’incuria di una città che ha marciapiedi pieni di buche, un lungomare popolato dai topi e le carreggiate invase dalla sosta selvaggia». Riaprire comporterà dei costi (dai 200 ai 1000 euro) che non potranno essere rimborsati, considerato che la gran parte delle strutture ricettive extralberghiere non sono imprese. E, spiegano dall’Abbac (Associazione Bed and breakfast e affittacamere della Campania) chi lo è, deve concorrere con migliaia di altri colleghi, al click day di Invitalia. A preoccupare gli addetti ai lavori, anche una serie di contraddizioni: nell’ordinanza si precisa che va privilegiato il self check in, ma per legge il gestore deve personalmente accertarsi dei dati dell’ospite. Di qui la proposta del presidente Abbac Agostino Ingenito di demandare ai Comuni l’allestimento di check point per l’accoglienza dei clienti, «in cui l’ospite denuncia il suo arrivo, effettua la profilassi, magari prenota il proprio turno in spiaggia e comprende come potersi spostare. Senza un piano di rilancio turistico – stigmatizza – quel cartello Campania Sicura resta solo una bella intenzione del legislatore regionale». Il settore è in ginocchio. «Il mercato è totalmente crollato – ammette Luigi Fiore di Attico 195 – Il clou dei nostri ospiti proveniva dall’estero, in particolare da Russia e Stati Uniti. Se non riparte definitivamente la macchina del turismo, saremo fermi per chissà quanto tempo ancora». Il problema delle chiusure delle frontiere, Mara Normando del b&b Bouganville, non se lo pone, «ma semplicemente perché purtroppo non ci sono prenotazioni – racconta – Per i primi timidi segnali si deve aspettare luglio: ho avuto un contatto con l’Ungheria e poi con una coppia ucraina per ottobre».
Le richieste
Le richieste principali si sono avute per la casa vacanze: «Le persone hanno paura e si sentono più garantite in strutture che non abbiano spazi condivisi». Nel frattempo ci si organizza per sostituire le colazioni a buffet con le breakfast box servite in camera e le security box all’ingresso per evitare il contatto diretto alla consegna delle chiavi. Non va meglio a Angela De Caro di Velamare: «Avevo una prenotazione per metà luglio, ma le due ospiti tedesche me l’hanno cancellata – spiega – Ad agosto dovrebbe venire una coppia milanese, sono clienti abituali. Per il resto è tutto immobile, registriamo perdite superiori al 90 per cento». E con i fatturati sono calati anche i prezzi delle camere, come conferma Carmen Centrone di Home 74: «È l’unico modo per incoraggiare le persone a spostarsi – confessa – Se dovessimo vivere solo di turismo di prossimità faremmo meglio a non aprire proprio. Dobbiamo sperare negli aeroporti: in Europa si stanno già organizzando, mentre noi siamo esclusi dai flussi. Ho una sola prenotazione dalla Russia per agosto e una coppia italiana a giugno». Maria Chirico di Victoria Guest House precisa: «C’è il grande punto interrogativo della mobilità interregionale e di quella straniera. Probabilmente dovremmo rassegnarci a dire addio al Nord Europa e ai Paesi dell’Est, oltre che agli americani. A oggi le prime richieste sono per agosto: una famiglia di Roma che speriamo confermi». Prima della pandemia era già verso il sold out, ma poi «tutti i clienti hanno disdetto – dice amareggiata Giulia Aliberti di Palazzo Natella – Ho qualcosina per fine giugno e per agosto, persone provenienti da Lazio e Toscana, ma sento che sono titubanti». Prima di luglio, sembra di capire, difficilmente Salerno tornerà a popolarsi di trolley.
Fonte: Il Mattino