PESCARA, 27/11/2019 – Scandalo mense, Cir Food risarcisce le famiglie dei 200 bambini intossicati dal batterio della caciotta, tra fine maggio e inizio giugno dell’anno scorso. Sono 70 (delle 113 complessive) le famiglie rappresentate dallo studio degli avvocati pescaresi Paolo Nardella, Cesare Elio Innangi e Roberta Fontana, che ieri hanno ritirato la querela contro l’azienda distributrice dei pasti nel 2018, costretta successivamente a rescindere il contratto con il Comune di Pescara in seguito allo scoppio del caso che ha creato danni psicologici alle famiglie dei bambini. Famiglie che oggi, uscite dal processo come effetto del risarcimento ottenuto e della querela ritirata, si dicono «soddisfatte dell’esito della vicenda». Top secret le somme risarcite. L’atto di remissione della querela è stato depositato ieri alla procura della Repubblica e con questo provvedimento «si chiude definitivamente la vicenda della tossinfenzione alimentare del giugno 2018» che ha mandato in ospedale 200 bambini colpiti dall’intossicazione causata dal batterio Campylobacter individuato dalle analisi dell’unità di Microbiologia della Asl pescarese. Un batterio contenuto in una caciotta di formaggio avariata proveniente da una azienda casearia abruzzese e distribuita nelle scuole di Pescara, lo scorso anno. L’azienda CirFood Bioristoro, all’epoca dei fatti, dopo la class action lanciata dalle 70 famiglie con la richiesta di risarcimenti, ha incaricato la compagnia assicurativa Unipol Sai di avviare una mediazione con i genitori che hanno sopportato i disagi, e le paure per le condizioni di salute dei loro figli, di mesi trascorsi in ospedale per l’avvocato Paolo Nardella curare i bambini. In quella occasione, l’industria emiliana, leader in Italia per la distribuzione dei pasti nelle mense scolastiche, tenne a precisare che il coinvolgimento di Unipol Sai, non era «in alcun modo da intendersi come ammissione di responsabilità da parte di Cir Food». Alle parti offese era stato proposto un contributo risarcitorio compreso tra 700 e 2550 euro. Offerta respinta dalle 70 famiglie che hanno rilanciato fino a tremila euro. La trattativa tra le parti è andata avanti in sordina in questi mesi, fino alle conclusioni di ieri. Non sono stati resi noti, dalle parti, i numeri delle somme risarcite. Ma tutti sono soddisfatti. Lo conferma l’avvocato Nardella, coinvolto come legale e come genitore: «Questa storia», ha detto, «si è conclusa in maniera del tutto soddisfacente per le famiglie coinvolte in questa brutta avventura, anche grazie al fattivo contributo di Unipol Sai e della Cir Food che, avendo compreso la delicatezza anche umana dell’intera questione, hanno mostrato la massima collaborazione». Nardella ringrazia anche la stampa locale, il Centro e Rete 8, che «ha garantito il diritto all’informazione in maniera seria e puntuale».
Fonte: Il Centro, Nazionale