MILANO, 21/09/2019 – Continua la guerra della schiscetta. Che poi sarebbe il gavettino di plastica, con il mangiare portato da casa. Cosa che fanno 8 alunni della scuola primaria Domenico Moro di via Pescarenico, zona Sud di Milano. Anche ieri, seduti per terra o su una panca nella zona dei bidelli, hanno consumato il loro pasto preparato in famiglia. L’iniziativa, che va avanti da lunedì scorso, prende l’avvio dal divieto di Milano Ristorazione, che ha in appalto i servizi di mensa scolastica a Milano, e dalla locale Ast che non vogliono che il cibo in arrivo da fuori contamini quello preparato in refettorio. Valentina Cislaghi, una delle mamme in rivolta, ha un diavolo per ricciolo: «Mio figlio non mangiava più cibi preparati altrove e poi portati a scuola dopo essere stati precotti. Mi sembra che non sia questo il modello adeguato di alimentazione per i nostri figli. Meglio il panino col prosciutto e formaggio che gli ho preparato io. Almeno so cosa c’è dentro. Fino all’anno scorso si poteva non aderire al servizio mensa. Oggi in questa scuola si sono irrigiditi. Ma francamente vederli mangiare su una panca, mi dà l’idea che lo Stato italiano si occupi molto poco dei suoi cittadini bambini. Se c’è un problema di contaminazione dei cibi, allora perché ci fanno portare la merenda?». L’ordinanza che vietava la schiscetta a scuola era già stata impugnata. La Cassazione poche settimane fa ne ha confermata la validità. Il Tar del Lazio l’ha sospesa, consentendo in alcune scuole la refezione alternativa. Le mamme della Domenico Moro si sono rivolte a un avvocato per fare ricorso al Tar della Lombardia. La dirigente di questo istituto, Maria Sonia Gabriella Conte non si fa trovare. Il dirigente scolastico provinciale Marco Bussetti, ministro nel primo governo Conte, giura di non saperne niente: «È una cosa di competenza interna all’istituto. Vedrò se sarà il caso di mandare gli ispettori». Non c’è pace per le mense delle scuole lombarde. Prima c’era stato il caso degli alunni estromessi dalla refezione scolastica, soprattutto stranieri, perché i genitori non pagavano regolarmente le quote. Adesso c’è la guerra delle mamme che rifiutano il cibo precotto. Ma nei giardinetti davanti alla scuola Domenico Moro non tutti sono d’accordo. Più di uno non condivide questa battaglia: «Tra mangiare in mensa o su una panca seduti per terra non so cosa sia peggio. Tutto si gioca troppo sulla pelle dei bambini». Viktoria De Santis viene dall’Ucraina, i suoi figli sono nati in Lussemburgo, adesso vivono tutti a Milano. Anche lei ha preparato il panino per suo figlio, più una mela, una banana e un dolcetto: «I miei figli, ne ho tre in questa scuola, hanno avuto problemi con l’alimentazione scolastica solo qui. Non riuscivo proprio a fargli mangiare quelle cose. ma è scandaloso che la scuola non abbia uno spazio adeguato per chi non va in mensa». Le norme sui luoghi dove somministrare cibi e bevande nelle scuole sono rigidissime. Alla Domenico Moro restano solo le panchine. Gustavo, 6 anni, prima elementare, è tutto divertito: «Bello mangiare sulle panchine!».
Fonte: La Stampa