GATTINARA, 16/09/2019 – Con l’inizio dell’anno scolastico e delle mense, a Gattinara riparte il progetto «Buon Samaritano». Grazie a questa iniziativa, nei passati anni scolastici, sono stati distribuiti più di 30 mila pasti alle famiglie in difficoltà, con una media giornaliera che oscilla tra i 20 e i 30 pasti, recuperando gli alimenti non portati a tavola dalla mensa delle scuole elementari e delle medie di Gattinara. Il progetto è nato nel 2014, grazie all’interessamento del consigliere comunale con delega all’Istruzione Enrico Segatto, per sostenere le famiglie in difficoltà e, allo stesso tempo, ridurre gli sprechi alimentari e la produzione di rifiuti organici. Da allora, il Comune di Gattinara, in collaborazione con il consorzio socio assistenziale Casa, la Dussmann (la ditta che fornisce i pasti nelle mense scolastiche di Gattinara), il comitato locale della Croce rossa, le associazioni Stop solitudine, San Vincenzo e gli amici del Cortile delle Suore, ha creato un circolo virtuoso tra aziende, enti caritativi e istituzioni. C’è anche una forte valenza educativa: ai ragazzi delle scuole elementari e medie viene chiesto di impegnarsi a dare importanza al cibo, che non va sprecato. «Un progetto partito nel maggio 2014 – spiega Enrico Segatto – che mi stava e sta tutt’ora molto a cuore. Non avrei mai pensato che potesse raggiungere numeri così consistenti: 30 mila pasti erogati. Oggi i pasti hanno una media giornaliera più contenuta, allora si superavano i 30 pasti, oggi ci si aggira sui 20-25 pasti giornalieri». Sono numeri che non ci si aspetta in una realtà come Gattinara e che fanno ancor più riflettere se si pensa che queste decine di migliaia di pasti, senza l’impegno dei volontari, erano destinati a diventare, nella migliore delle ipotesi, compost. «Un grazie di cuore va a tutte le persone che collaborano fattivamente a questo progetto, – dice Segatto -; un piccolo gesto che al di là dell’aiuto materiale ci ricorda che siamo soprattutto una comunità che non vuole dimenticare nessuno in particolar modo le persone bisognose». –
Fonte: La Stampa, Vercelli