OLBIA, 07/09/2019 – La dura protesta dei lavoratori per il rinnovo del contratto Deiana (Cgil): stipendi inadeguati per mansioni delicatissime di Giandomenico Mele. La trattativa non sarà una passeggiata, nel confronto per il rinnovo del contratto dei lavoratori addetti alla sicurezza dei varchi aeroportuali. Una vertenza nazionale che ieri ha visto il presidio dei dipendenti della Coopservice davanti all’aeroporto “Costa Smeralda”. «L’azienda non ha aperto un dialogo con il sindacato per garantire il servizio pubblico essenziale durante uno sciopero nazionale, di fatto precettando una parte dei lavoratori – spiega Danilo Deiana, segretario della Filcams Cgil -. Stiamo valutando la possibilità di intraprendere la strada di una denuncia per trattamento antisindacale». Sono un centinaio i lavoratori che garantiscono la sicurezza dei varchi nello scalo di Olbia, che in questo anno dovrebbe superare la quota dei 3 milioni di passeggeri. Le rivendicazioni dei lavoratori vertono soprattutto sul rinnovo del contratto, scaduto ormai da 48 mesi. Un rinnovo che dovrebbe portare con sé anche un adeguamento salariale, rispetto a stipendi che vengono considerati inadeguati e non rispondenti alla professionalità del personale impiegato. A questo si aggiunga la delicatezza delle mansioni svolte, per un servizio che mette in gioco la sicurezza degli scali. Dalla parte datoriale è arrivata la richiesta di introdurre il lavoro intermittente, non previsto dal contratto nazionale. Una tipologia di lavoro a chiamata, per cui l’azienda contatta il lavoratore solo quando abbia necessità delle sue prestazioni. «Si tratta di un meccanismo inadeguato e sconsiderato, la sicurezza non si svende – sottolinea Deiana -. L’aeroporto di Olbia ormai supera i tre milioni di passeggeri l’anno, servono adeguamenti di organico». L’azienda chiede che per il riposo, oggi previsto non oltre il sesto giorno di lavoro consecutivo, venga introdotta la possibilità di farlo slittare non oltre il tredicesimo giorno di lavoro. Problemi anche per la richiesta di eliminare la tutela contrattuale dei primi tre giorni di malattia a carico dell’azienda e le norme sul cambio appalto, in base alle quali, in caso di subentro di una nuova azienda, i lavoratori non sarebbero riassorbiti ma licenziati e riassunti, perdendo così l’anzianità di servizio e gli scatti salariali. Gli stipendi. Siamo sottopagati rispetto a quello che facciamo, non siamo disposti a sottoscrivere un rinnovo contrattuale che non preveda aumenti – conferma Livia Tedde, della Rsa Filcams Cgil -. Un nuovo assunto di sesto livello, quello più basso, prende 1.080 euro lordi al mese. Vogliamo che sia riconosciuta la nostra professionalità».
Fonte: La Nuova Sardegna