ItaliaOggi – LUISA CONTRI
REGGIO EMILIA – È prevista per giugno 2020 l’inaugurazione a Reggio Emilia del CirFood District, il nuovo centro ove verranno portati avanti i progetti di ricerca e innovazione di prodotto, di processo e di servizio nell’ambito del food service, e della ristorazione più in generale, messi in campo da CirFood (679 mln euro) per disporre di un luogo dove poter ragionare sugli scenari futuri e su quali nuovi trend e business investire. Il gruppo cooperativo, fra i principali player italiani della ristorazionecollettiva (scolastica, socio-sanitaria, aziendale, per militari e per comunità), commerciale, del banqueting e dei servizi per il welfare alle imprese, investirà 5 mln euro soltanto per la realizzazione della struttura che ospiterà le attività di open innovation. Struttura che è il primo tassello del più ampio progetto della Nutrition Valley. «Quattro le priorità cui risponderà il CirFood District», dichiara a ItaliaOggi Giordano Curti, direttore generale del gruppo cooperativo. «Fungerà da centro di formazione del nostro personale, in affi ancamento all’academy aziendale, attiva dai primi anni Duemila. Sarà inoltre centro di R&D negli ambiti della ristorazione aziendale, per progettare insieme ai clienti nuovi spazi, ambienti e concept di servizi; della ristorazione commerciale; e della ristorazione scolastica». Proprio in quest’ultimo ambito CirFood ha l’ambizione d’innovare nell’educazione alimentare, al cibo e al suo valore in un ottica di non spreco, al territorio, al prodotto, alla fi liera alimentare, coinvolgendo e ospitando le scolaresche per diverse attività presso il CirFood District. Fra i progetti in fase d’avvio, quello del vassoio artifi ciale che, attraverso tecnologie d’image recognition, d’intelligenza artifi ciale e di smart payment consente di velocizzare le transazioni; della tracciabilità con tecnologia blockchain; d’economia circolare e sul packaging, in un’ottica antispreco. Nelle sue attività di ricerca il gruppo cooperativo auspica di potersi avvalere della collaborazione di una rosa ancor più ampia d’istituti di ricerca e atenei (già collabora con le università di Bologna e Pollenzo, col Politecnico di Milano, con l’Iit di Genova e la Fondazione Kessler di Trento), di clienti e fornitori, di startup e di istituzioni locali e nazionali.