Meglio di Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti. L’Italia chiude il primo semestre del 2022 piazzandosi al primo posto a livello mondiale per l’export di macchine per il settore agroalimentare, registrando esportazioni di tecnologie per il food & beverage per un valore di 1,7 miliardi di euro. Un +7,8% calcolato dall’osservatorio machinery Nomisma che ha presentato alla Mostra-Convegno Cibus Tec Forum – organizzata al quartiere fieristico di Parma da Koeln Parma Exhibitions, join venture tra Fiere di Parma e Koelnmesse – una ricerca nel settore delle tecnologie per il food & beverage e per il packaging.
Le destinazioni dell’export sono state prevalentemente gli Usa (174 mln di euro, +4,2%), seguiti da Francia (136 mln di euro, +8%) e Germania (121 mln di euro, 24,8%). Le tipologie di macchine per il settore alimentare maggiormente esportate sono state: apparecchi per la preparazione di bevande calde o per cottura/riscaldamento degli alimenti (595 mln di euro), macchine per la panificazione/pasticceria o per la preparazione di pasta (338 mln di euro) e più in generale macchine per la preparazione o fabbricazione industriale di alimenti e bevande (224 mln di euro). Per quanto riguarda l’export di macchine per il packaging, sempre nel primo semestre di quest’anno l’Italia, con un valore di 2,5 mld di euro (-5,4% rispetto all’anno precedente), si colloca al secondo posto nella classifica internazionale dopo la Germania (2,6 mld di euro) e prima di Cina, Paesi Bassi e Stati Uniti. Anche in questo caso, sono gli Usa i primi importatori, per un valore di 373 mln di euro anche se con -6,21%, seguiti di Francia, per un valore di 217 mln di euro (+20,8%) e Germania, per un valore di 172 mln di euro.
Nel 2021 l’Italia aveva visto un’impennata dei dati relativi al mercato delle macchine agricole italiane, registrando un saldo nettamente positivo con una crescita esponenziale in tutte le tipologie di mezzi. In generale, il 2021 è stato anche l’anno del boom dell’export dell’agroalimentare italiano, evidenziando una crescita vicina al 15% rispetto al 2019, arrivando così a sfondare il muro dei 50 miliardi di euro, con performance superiori a quelle dei nostri diretti competitor come Francia e Germania che sono rimaste sotto il 10% (rispettivamente +8% e +5%).
Fonte Italia Oggi