Da oggi finiscono le ferie per buona parte dei torinesi e chi rientra si troverà di fronte una città alle prese con tanti nodi da sciogliere, tutti legati al Green Pass. Una delle prime grane riguarda le scuole: in queste ore tornano professori e personale non docente e, tra loro, circa 15 mila operatori non sono vaccinati. Lo stesso tema riguarda pure gli atenei, dove l’obbligo di Green Pass riguarda anche gli studenti. Ma ci sarà da discutere anche nelle mense aziendali. E domani in prefettura si ridiscuterà pure il piano trasporti in vista della riapertura delle scuole.
I prof no vax e le supplenze Il mondo della scuola è tra i primi a confrontarsi con il tema ripartenza.
Le lezioni sono ancora lontane ma la maggior parte degli istituti apre il primo settembre. Qualcuno in realtà inizia già domani con esami di riparazione e consigli di istituto e per loro debutta subito l’obbligo di Green Pass per il personale scolastico. Nove su dieci tra collaboratori e docenti risultano vaccinati almeno con una dose ma il nodo da sciogliere è per il restante 10 per cento. L’incognita al momento è capire innanzitutto come sarà controllato il certificato. Soprattutto per le scadenze brevi di chi lo ha perché risultato negativo al tampone, non per effetto del vaccino. Il timore dei dirigenti infatti è che il lasciapassare vada controllato a tutti ogni giorno, quindi con personale impegnato per farlo, ma anche più volte al giorno, se il docente esce e rientra per lezioni scorporate. A livello ministeriale si starebbe lavorando a una piattaforma per incrociare i dati ministeriali senza violare la privacy, ma quel che non convince i presidi piemontesi sono le tempistiche e quindi che ci sia poco tempo per riorganizzare lezioni e trovare supplenti. Tra le questioni sollevate anche dai sindacati, il pagamento dei tamponi per chi non è vaccinato, oltre a un’indennità in caso di quarantena. Sul tema questa mattina la Cub Scuola protesterà davanti all’ufficio scolastico regionale «perché il Green Pass è diventato un capro espiatorio, i problemi sono altri», mentre venerdì ci sarà un incontro tra il direttore dell’usr Fabrizio Manca e Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola.
In università aule off limits Da mercoledì negli atenei sarà necessario il Green Pass per tutto il personale, sia docente che tecnico amministrativo: se non lo mostreranno saranno considerati assente ingiustificato. Ma vale anche per tutti gli studenti, che dovranno mostrarlo per entrare a lezione, sostenere esami e per tutte le attività didattiche e curriculari in presenza. Nei giorni scorsi anche Edisu, l’ente per il diritto alle studio universitario del Piemonte, ha scelto di adeguarsi alle linee guida del comitato regionale di coordinamento delle Università del Piemonte, imponendo il possesso del certificato verde a chi va in mense e aule studio.
Al Politecnico le verifiche ci saranno ai varchi di ingresso, con l’applicazione “VerificaC19” e per gli studenti ci saranno controlli a campione. Disposizioni che stanno suscitando anche malcontento epure a Torino stanno nascendo gruppi di studenti contro il Green Pass.
Bus e tram pieni all’80% Sono ore calde anche per i trasporti.
Domani è in programma un vertice in prefettura a Torino con enti locali e aziende di trasporto, con Regione e Agenzia della mobilità, per approvare la versione definitiva del piano, «che potrà comunque essere aggiornato se dovessero emergere nuove criticità in particolari zone perché alcune scuole avranno un numero di iscritti più alto dello scorso anno», anticipa l’assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi. «Il sistema ha retto la scorsa primavera e le nostre stime dicono che reggerà anche ora, con la capienza dei mezzi aumentata all’80 per cento, ma il 100 per 100 dei ragazzi che andranno in classe» sostiene Gabusi che lancia però un avvertimento. «I cittadini devono sapere che, soprattutto sulle linee urbane e sulla metropolitana di Torino, l’80 per cento della capienza significa che ci saranno 4,8 persone per metro quadrato e quindi i mezzi saranno affollati, nonostante queste siano le linee guida che abbiamo avuto dal Comitato tecnico scientifico per garantire la sicurezza per i passeggeri».
Cosa succederà nelle mense
Negli stabilimenti Stellantis di Mirafiori e Grugliasco l’attività è già ripresa la scorsa settimane. Per ora alle mense delle due fabbriche non ci sono stati problemi. Si è in attesa di disposizioni precise, ma i sindacati si aspettano nelle prossime settimane novità sia nelle fabbriche sia negli uffici, anche se lo smart working potrebbe attutire gli effetti. E soprattutto c’è il problema di chi deve controllare. Dalle Faq del ministero della Salute emerge che dovrebbe essere il dipendente della ditta che ha in gestione la mensa. Ma perché il lavoratore dovrebbe prendersi questo onere? Toccherebbe infatti al datore di lavoro controllare. «È un gran caos», dice un sindacalista.
Fonte: Le Repubblica, Torino