La riapertura delle scuole di ogni ordine e grado non trova d’accordo tutti. Anzi, moltissimi dirigenti scolastici non si fidano abbastanza specialmente per quanto riguarda il ritorno in classe degli studenti di scuola secondaria di secondo grado.
A supporto di questa tesi c’è il risultato del sondaggio condotto da Andis, l’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (Andis) che ha interpellato 950 dirigenti scolastici di ogni ordine e grado.
Fra le varie difficoltà percepite dai dirigenti scolastici, c’è quella nell’organizzare il lavoro dei docenti titolari su più classi, che dovrebbero svolgere lezioni in presenza nelle prime classi ma anche collegarsi da scuola con le classi che sono in dad. In alcuni territori tuttavia la connessione è di bassissima qualità e spesso non riuscirebbe a garantire la regolarità delle lezioni.
La metà dei partecipanti al sondaggio indica tamponi periodici agli alunni, tamponi periodici obbligatori a tutto il personale della scuola, nuove modalità di tracciamento in raccordo con i Dipartimenti di prevenzione, disponibilità di presidi medico-sanitari a scuola, riduzione alunni per classe, assunzioni di docenti a tempo determinato e installazione di impianti di depurazione dell’aria, come temi preminenti per rientrare in classe in sicurezza e che il Ministero dell’Istruzione e il Governo dovrebbero prendere in seria considerazione.
Eppure, a proposito di tamponi e tracciamento, ricordiamo che il Ministero ha pubblicato una nota pochi giorni fa in cui si specifica che l’attuale quadro legislativo nazionale non prevede la possibilità di subordinare la fruizione in presenza dei servizi scolastici all’effettuazione obbligatoria di screening diagnostici.
Resta il fatto che alle scuole superiori i rischi aumentano proprio perché in quella fascia di popolazione studentesca ci si muove per andare a scuola con i mezzi pubblici che, proprio negli ultimi giorni, sono stati dichiarati ancora fonte di contagio: il riscontro della presenza di materiale genetico del virus sulle superficie dei mezzi di trasporto, seppur non indice di effettiva capacità di virulenza o vitalità dello stesso, spiega l’Ansa, rileva con certezza il transito ed il contatto di individui infetti a bordo del mezzo, determinando la permanenza di una traccia virale.
Questo vuol dire che gli studenti che dovranno prendere i mezzi pubblici per andare a scuola in potenza rischiano di contagiarsi. E di portare il virus a scuola dove, non essendoci tracciamento, potrebbe diffondersi rapidamente fra gli studenti.
L’80% dei dirigenti scolastici coinvolti si aspetta inoltre che nelle operazioni connesse alla riapertura vengano coinvolte la Protezione Civile e le organizzazioni di volontariato. Si tratta di una indicazione molto chiara: le scuole sono state sole in questi mesi a gestire l’emergenza, occorre invertire la tendenza e implementare quei patti educativi di comunità di cui tanto si parla ma che stentano ad arrivare.
Tuttavia il ritorno a scuola delle superiori è uno degli obiettivi del Governo: proprio ieri è stata infatti approvata una mozione a firma di tutte le forze di maggioranza, che impegna l’esecutivo a riportare in presenza il prima possibile tutti gli studenti, dunque anche quelli delle superiori, ancora completamente in Dad nelle zone rosse e in presenza fino al 75% in zona arancione.
Fonte: Orizzonte scuola