Sette ricorsi al Tar e l’apertura di un fascicolo in procura: si accendono i riflettori della giustizia sullo “ sfortunato” maxi appalto centralizzato da 313 milioni di Scr (la Società di committenza regionale) per la sanificazione di tutti gli ospedali del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Una gara che coinvolge quasi 3 mila lavoratori, che era rimasta sospesa dal 2018 per continue proroghe, ma in epoca Covid anche per l’importanza che questo servizio ha assunto, ha visto invece un’improvvisa accelerazione, tanto che i concorrenti, adesso, mettono sotto accusa la commissione di gara per aver analizzato le decine di offerte in modo palesemente superficiale. Gli errori nelle valutazioni dei commissari indicati nei sette ricorsi sembrerebbero numerosi e macroscopici. In qualche caso, le coincidenze persino allarmanti. Uno fra tutti: dall’esame di numerosi verbali di gara, i ricorrenti sollevano il sospetto che il giudizio dei commissari sia stato a dir poco “ collegiale”, e non individuale come prevede la legge, cosa che renderebbe nulla l’intera procedura.
Aggiudicato da Scr secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, dunque 30 punti per il prezzo e 70 per la parte tecnica, il maxi appalto per tre anni di sanificazione ha ricevuto ben 80 offerte, da valutare sotto il profilo tecnico, e per ciascuno la commissione doveva analizzare le variabili più disparate: dall’impiego e distribuzione di risorse umane, alla modulazione dei turni per centinaia di operatori, alla formazione, le risorse strumentali messe a disposizione, le modalità di controllo, i prodotti chimici utilizzati. Una mole di lavoro immensa. Conti alla mano, con 25 valutazioni per 80 progetti, ciascun componente della commissione doveva esprimere individualmente qualcosa come 2mila giudizi. Ebbene, dalle informazioni dei verbali di commissione, risulta che sono bastati in media due minuti di tempo ciascuno, per valutare ed esprimere ogni giudizio. E questa “ultrafast commission” ha battuto ogni record, non solo di tempo. Si è, infatti, trovata d’accordo su ogni singolo punteggio – 2mila, tutti espressi all’unanimità. «I verbali neppure riportano i nominativi dei commissari che hanno espresso ciascuna valutazione – è scritto in uno dei ricorsi -, riferendoli genericamente come commissario 1, 2, 3, 4 e 5 e presentano una motivazione unica per tutti». Una coincidenza, si diceva, che solleva il sospetto di un lavoro fatto non a regola d’arte, seguendo un iter che « tradisce i basilari principi di trasparenza ed imparzialità», è scritto in uno dei sette ricorsi. Fin dall’origine, per la verità, dalla nomina dei componenti della commissione. Il dirigente della direzione Appalti di Scr, infatti, ha rivestito contemporaneamente il ruolo di Responsabile unico del procedimento (Rup), con un incarico decisivo nella fase della predisposizione e della gestione della gara, e poi di membro e presidente della commissione giudicatrice. I concorrenti esclusi chiedono al Tar di sospendere l’efficacia della gara. E la procura ha contemporaneamente aperto un fascicolo senza indagati e l’ha affidato al pm Giovanni Caspani.
Fonte: La Repubblica Torino