La seduta chiusa in fretta “a causa dell’emergenza Covid” ma era il 13 febbraio, il virus era uno spettro ancora lontano.
Un servizio diventato importante e delicatissimo in era Covid, quello della sanificazione e della pulizia di tutti gli ospedali di Piemonte e Valle D’Aosta, appena aggiudicato è già al centro di polemiche e dubbi che preannunciano ricorsi: giudizi espressi in modo troppo frettoloso, quasi inverosimili se sottoposti a una riflessione accurata, una commissione tecnica forse inadeguata a deciderne le sorti, e qualche scivolone formale che sembra tradire una superficialità che non è passata inosservata ai concorrenti esclusi. Come chiudere un verbale ufficiale di commissione parlando di emergenza Covid- 19 in una data — 13 febbraio 2020 — in cui il coronavirus, almeno in Italia, era ancora un spettro lontano. «Alle ore 17, la seduta viene chiusa — è scritto nel verbale di quel giorno — e il proseguimento dei lavori viene rinviato a data da destinarsi, causa impegni improcrastinabili dei componenti della commissione giudicatrice, correlati all’emergenza sanitaria da Covid 19». Alle imprese escluse dal bando Scr, 313 milioni di euro per cinque anni, non è sfuggito il particolare che in Italia il paziente uno di Codogno è stato diagnosticato solo una settimana dopo, ovvero il 20 febbraio. Appare perciò inverosimile che quel pomeriggio la commissione potesse sciogliersi e presagire già l’arrivo di una emergenza sanitaria che nessuna autorità aveva mai proclamato. E questa incongruenza non è la sola. Scaricando gli atti ufficiali del bando, sono diversi i punti poco chiari di questo appalto. Anche i tempi di valutazione dei progetti e i punteggi assegnati a ogni parametro addensano qualche sospetto di opacità nelle procedure. Parliamo di un bando eccezionale, che coinvolge quasi 3mila lavoratori tra Piemonte e Valle D’Aosta e che determina l’aggiudicazione del servizio di pulizie in tutti gli enti sanitari delle due regioni. Fretta in teoria non ce n’era, visto che questi servizi spesso vengono prorogati ciclicamente con nuovi contratti a vecchi vincitori perché le gare tardano anche di anni sotto il rallenti dei ricorsi e dei contenziosi. Ma a dire il vero, in questa circostanza, una “minaccia” c’era e si affacciava direttamente da Roma. E potrebbe aver imposto un’accelerazione: anche Consip, dopo le mille polemiche e le inchieste che l’avevano travolta, aveva finalmente sbloccato i suoi bandi e stava mettendo in gara gli stessi servizi a livello centrale. Affrettare i tempi diventava decisivo per salvaguardare l’interesse locale a gestire la partita. Non solo in Piemonte, anche in molte altre regioni d’Italia.
Ecco perciò che, pubblicata nel 2018, la gara sui servizi di sanificazione e pulizia di tutti gli ospedali è stata una vera corsa contro il tempo, al limite del possibile secondo chi conosce il funzionamento di queste procedure. Aggiudicata da Scr secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, dunque 30 punti per il prezzo e 70 per la parte tecnica, conteneva ben 80 progetti da valutare sotto il profilo tecnico e per ciascuno la commissione doveva analizzare le variabili più disparate: dall’impiego e distribuzione di risorse umane, alla modulazione dei turni per centinaia di operatori, alla formazione, le risorse strumentali messe a disposizione, le modalità di controllo, i prodotti chimici utilizzati. 25 valutazioni differenti per 80 progetti: conti alla mano ciascun componente della commissione doveva esprimere individualmente 2mila giudizi. Ebbene, dalle informazioni dei verbali di commissione risulterebbe che sono serviti in media solo due minuti di tempo per esprimere ogni giudizio a questa “ ultrafast commission” che ha battuto tutti i record compreso quello di trovarsi perfettamente d’accordo su ogni singolo giudizio: 2mila tutti espressi all’unanimità. Neppure una divergenza risulta agli atti.
Fonte: La Repubblica