06/11/2020 – La procura di Roma ha chiuso il mese scorso il fascicolo della maxi inchiesta sulla gara Consip Fm4, l’avviso di conclusione indagini è arrivato al termine di approfondimenti supplementari richiesti lo scorso febbraio dal gip Gaspare Sturzo, che aveva parzialmente respinto la richiesta di archiviazione dei pm. In totale dieci persone sono coinvolte, tra cui gli imprenditori Carlo Russo accusato di turbativa d’asta ed estorsione e Alfredo Romeo, indagato per traffico di influenze illecite, corruzione e turbativa d’asta. Assieme a loro l’ex ad di Grandi stazioni, Silvio Gizzi per turbativa d’asta, per l’ex amministratore delegato di Consip Domenico Casalino per traffico di influenze illecite e turbativa d’asta e per il dirigente Francesco Licci per traffico influenze illecite, per l’ex parlamentare Ignazio Abbrignani per turbativa d’asta e concussione e per l’imprenditore Ezio Bigotti per concussione e turbativa d’asta.
La deposizione di Romeo
L’udienza di mercoledì, con all’ordine del giorno la requisitoria del Pm Mario Palazzi, ha visto l’imputato, Alfredo Romeo, prendere parola. L’imprenditore casertano ha dunque cercato di ricostruire interamente il caso Consip, la sua lunga vicenda giudiziaria, e anche la sua storia pluridecennale di imprenditore, affermando di essere innocente e accusando sostanzialmente tutte le altre parti coinvolte (da Tiziano Renzi a Manutencoop) di aver corrotto pubblici ufficiali e lo stesso Domenico Casalino.
Riportando i fatti, scrive il Riformista (il giornale di proprietà di Romeo): “Dove portano i soldi, cioè gli appalti assegnati da Consip? Gli appalti non sono stati assegnati al gruppo Romeo. Ad altri gruppi. Quali? Omnia Servitia, raccomandata da Tiziano Renzi e da tal Russo. Poi Cofely, raccomandata da Luigi Marroni (amministratore delegato di Consip) e da Denis Verdini. Poi Team Service, raccomandata sempre da Marroni e da Gasparri. Qualcuno di questi “raccomandatori” è stato arrestato o è stato arrestato qualche amministratore di quei gruppi? No, è stato arrestato solo e unicamente Alfredo Romeo, considerato il Dominus dell’unica azienda danneggiata dal sistema Consip”. Ovviamente starà a giudici e al Pm ricostruire la veridicità di questa versione dei fatti.
L’Antitrust dimenticato
Tuttavia in questa narrazione si dimentica qualcosa. Ci sono aziende che si sono confermate trasparenti in quella che sin da subito è stata una gara durissima per l’immagine di Consip e della politica coinvolta. A maggio 2019, tre anni dopo l’avvio delle indagini giudiziarie, l’Antitrust aveva dato vita a una accurata indagine su un presunto e grave cartello tra molti partecipanti di quella gara arrivando a una sentenza: «l’intesa ha neutralizzato il confronto competitivo tra le parti nei vari lotti geografici posti a gara e, a prescindere dall’esito della procedura di gara non ancora aggiudicata dalla stazione appaltante, ha compromesso irrimediabilmente il fisiologico gioco concorrenziale che si sarebbe dovuto instaurare, in danno delle Pubbliche Amministrazioni committenti». Questa situazione ha portato l’anno scorso l’Antitrust a infliggere multe salatissime (235 milioni di euro) a tutte le aziende coinvolte, ritenendo estranea all’intesa illecita solo due società facente parti di una stessa ATI. Chi ha acume lo usi!