22/07/2020 – Le imprese del settore iniziano a fare informazione scientifica. Il caso Dussmann.
App, siti e Qr code per rassicurare gli italiani.
Da settore che offriva servizi dati finora per scontati, a cui il consumatore non prestava molta cura, a settore che si ritrova improvvisamente alla ribalta dell’attenzione pubblica: è la strada fatta del comparto che si occupa di pulizie e sanificazioni, adesso impegnato nel fare non solo comunicazione verso l’esterno ma, in particolare, informazione scientifica a proposito di come arginare il Covid-19. Ma come si fa informazione scientifica in tempi di crisi sanitaria in atto? «Dipende dal servizio reso, in quale luogo avviene la sanificazione», spiega a ItaliaOggi Luca Discardi, direttore supporto operazioni e direttore filiale Nord Ovest di Dussmann in Italia, gruppo internazionale con quartier generale in Germania, che si occupa non solo di pulizie ma anche di ristorazione collettiva (quindi mense scolastiche, aziendali, presso ospedali e caserme), altro tema caldo in vista dell’autunno. «Già prima della crisi sanitaria, noi partivamo con un’offerta incentrata sulla certificazione sia degli interventi di pulizia sia dei prodotti utilizzati, che specie durante l’emergenza sono stati tutti presidi medicochirurgici e previsti dal ministero della salute. Ma adesso implementiamo la presenza sul mercato grazie alla tecnologia, soprattutto per stabilire un rapporto diretto con chi fruisce quotidianamente degli spazi che sanifichiamo». Così, per esempio, Dussmann ha lanciato un Qr code che riporta i dettagli dell’ultimo intervento, in particolare per chi vuole conoscerne data, tipologia di pulizia effettuata, quali materiali sono stati usati. Online c’è anche il sito Dussmann Stop Covid (www. dussmannstopcovid.it) con un’impronta più di divulgazione scientifica. Infatti, a proposito d’informazione, secondo il manager, non sono mancate le fake news durante la pandemia tra chi consigliava di pulire con l’ozono e chi ha preferito la candeggina finendo per rovinare le superfici da lavare. Di base c’è la curiosità di ogni utente che frequenta uno spazio sanificato che, a seconda della persona, vuole comunque sapere di più per sentirsi rassicurato, tra l’altro per quanto riguarda l’igiene dei punti di maggior contatto come maniglie, pulsantiere e touchpoint digitali. «Il nostro è un comparto rimasto finora un po’ nascosto ma, da sempre, molto invasivo nella vita quotidiana di tutti», sottolinea Discardi. «A maggior ragione se si tratta anche di riorganizzare spazi. Penso alla riaperture delle scuole, per cui noi abbiamo proseguito a offrire per tutto il periodo di lockdown, e ancora adesso lo facciamo, servizi aggiuntivi a supporto delle famiglie per l’educazione alimentare dei ragazzi, così come facevano quando gli studenti mangiavano in mensa. Per la ripresa, poi, collaboriamo coi comuni sia per gestire le turnazioni nelle mense sia per progettare lunch box in materiale monouso compostabile, da aprire sui banchi. Peraltro, quest’ultimo è un servizio disponibile via app anche negli uffici aziendali». L’applicazione, per la sede tricolore del gruppo di Berlino che dalla sanificazione trae un business da 296 milioni di euro ma dalla ristorazione genera altri 222 milioni, è anche l’occasione per aggiungere servizi per scegliere cosa mangiare, a mo’ di menu, vedere quante calorie si assumono e se si rispetta il fabbisogno giornaliero.
Fonte: Italia Oggi