Roma, 04/06/2020 – “Laddove le superficie sono mantenute pulite il virus è facilmente inattivabile, ma dobbiamo stare attenti a non esagerare. Le disinfezioni possono provocare effetti indesiderati se usate in modo estensivo e intensivo. Perché un eccesso di disinfettanti arriva negli scarichi ed entra in un ciclo”. Così il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Silvio Brusaferro, durante l’audizione in Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Brusaferro ha detto che “non è raccomandato usare mascherine molto sofisticate a livello domestico. Ma, in base ai diversi contesti, si può usare lo strumento di protezione più appropriato”. Pertanto, “usare la mascherina appropriata per l’uso appropriato potrebbe essere uno slogan da utilizzare” per campagne informative nella popolazione. Il presidente dell’Iss ha ricordato che “le mascherine chirurgiche possono esser utilizzate anche per un uso prolungato da 2 a 6 ore ma non ci sono evidenze che ne garantiscano il riutilizzo in sicurezza” e neppure il ricondizionamento. Per quelle di comunità “dipende dal materiale con cui sono realizzate” ma queste “non hanno potere filtrante, fungono solo da barriera”. Subito dopo Brusaferro si è soffermato sul tema della riutilizzabilità di materiali e dispositivi e sui rifiuti ospedalieri. “La riutilizzabilità di materiali e dispositivi deve essere promossa per ridurre i rifiuti” e il ricondizionamento, ovvero la decontaminazione per un nuovo utilizzo, “deve consentire la inattivazione del virus ma anche il mantenimento delle caratteristiche dello strumento necessarie alla sua funzione”. Trovare “questo giusto mix” è “una delle sfide tecnologiche che ci attendono”. Quello dei rifiuti ospedalieri, ha sottolineato, “è un tema importante perché le strutture sanitarie generano molti rifiuti dovuti al forte utilizzo dell’usa e getta per ridurre le contaminazioni”. Anche “qui va fatto uno sforzo per bilanciare pratiche sicure e la massima riduzione possibile dei rifiuti”. Inoltre, ha concluso, “tutto il ciclo va gestito in modo che anche chi è coinvolto nella gestione riduca al massimo il rischio di contaminazione”.
“In merito alla possibilità di ricondizionare i dispositivi monouso (mascherine chirurgiche) per il loro riutilizzo, sono stati proposti alcuni sistemi di bonifica basati sull’utilizzo del calore secco – ha ricordato Brusaferro – che pur dimostrando l’efficacia nei confronti di alcuni virus e superando i test di performance (fit test e filtration test- maschere Ffr), presentano elementi di incertezza che necessitano ulteriori approfondimenti”. Mentre sulla possibilità del lavaggio e della sanificazione da parte dell’utilizzatore “le procedure applicate non standardizzate non consentirebbero di verificarne il mantenimento delle caratteristiche di sicurezza e di performance iniziali con possibili rischi per l’utilizzatore stesso”, ha chiarito il presidente dell’Iss.
Fonte: Repubblica.it e Adnkronos.com