Lodi, 14/04/2020 – Le aziende che hanno chiesto l’accesso agli ammortizzatori sociali in provincia di Lodi, secondo il dato aggiornato a mercoledì scorso della Cgil, sono oltre 550 con più di 15mila lavoratori coinvolti. Nei giorni prima di Pasqua sarebbero arrivate numerose altre domande che dovrebbero alzare molto quei numeri una volta aggiornati i conteggi. L’effetto lockdown per il coronavirus comincia a farsi vedere anche nelle imprese strutturate. La Cgil di fatto firma solo accordi in cui viene riconosciuta l’anticipazione della cassa integrazione da parte delle aziende e quasi tutte si sono dimostrate in questa fase molto collaborative. È il caso per esempio del colosso Zucchetti, che per la prima volta nella sua storia ha fatto ricorso all’ammortizzatore sociale per 3mila 500 lavoratori, riconoscendo l’anticipo e tutti i ratei delle spettanze contrattuali. A fronte però della maggior parte delle aziende responsabili, il sindacato si è trovato di fronte anche questioni piuttosto scottanti, in particolare nel settore ristorazione. Dussman e Sodexo, che si occupano delle mense pubbliche di molti comuni della Bassa (tra cui Casale e Codogno), dopo iniziali titubanze, hanno sottoscritto a livello nazionale un accordo sull’anticipazione della cassa integrazione. A differenza della società Serenissima che cura la ristorazione delle scuole di Lodi, già al centro un anno e mezzo fa di un lungo contenzioso riguardante i livelli retributivi delle 70 cuoche che vi lavorano. Serenissima infatti non riconosce l’anticipo della cassa integrazione, di fatto lasciando i lavoratori in balia della burocrazia, con tempi d’erogazione della cassa che normalmente vanno dai 60 ai 120 giorni, e che nel caso della cassa in deroga (quello di Serenissima) arrivano anche a sei mesi. Il sindacato ha richiamato più volte l’azienda alla responsabilità sociale d’impresa senza ottenere risultati, e ha cercato anche di coinvolgere il Comune di Lodi per un’azione di persuasione, ma non ha ottenuto risposta nemmeno da palazzo Broletto. Tra le categorie industriali, in base ai dati Cgil, i chimici sono il settore più coinvolto con oltre 150 imprese per circa 6mila 500 lavoratori coinvolti nell’utilizzo di ammortizzatori sociali, ma anche il metalmeccanico sembra molto colpito con altre 150 imprese per oltre 3mila lavoratori (e molte richieste sono arrivate negli ultimi giorni). Chiuso anche il settore edile con poco meno di un centinaio di imprese per oltre 500 lavoratori coinvolti e quello dei trasporti, con una trentina di aziende e circa un migliaio di lavoratori. La richiesta di cassa o di accesso al Fondo d’integrazione salariale o agli accordi bilaterali (per le imprese rientranti nell’artigianato) non corrisponde automaticamente alla messa a riposo di tutti i lavoratori coinvolti. La maggior parte delle imprese in questa fase sta lavorando con personale ridotto, ed è in cassa integrazione a rotazione quello non utilizzato.
Fonte: Il Cittadino di Lodi