Dal primo gennaio 2020 le pulizie delle scuole affidate solo ai bidelli, ex dipendenti delle società private che avevano gli appalti. Il caos è servito
La fine degli appalti per le pulizie nelle scuole e il processo di internalizzazione dei servizi di sanificazione dalle società di facility management, passerà alla storia come la nuova fabbrica dei disoccupati: le stime parlano chiaro: dal gennaio 2020, giorno in cui nei plessi scatterà la pulizia a cura dei bidelli, in 6000 rimarranno senza lavoro.
E’ l’effetto dell’articolo 1 comma 760 della legge di bilancio 2019 che di fatto autorizza il Ministero dell’Istruzione ad assumere a decorrere dal prossimo 1 gennaio il personale che prima era alle dipendenze dei privati, con lo scopo di mantenere la pulizia e il decoro nelle scuole, secondo requisti chiari: l’anzianità di servizio di almeno 10 anni, almeno la Licenza Elementare e l’assenza di carichi penali. La “statalizzazione dei servizi di pulizia ha fatto sì che il legislatore si superasse per fantasia e creatività perché esiste un buon 5% di dipendenti attuali del settore privato che ha ignorato volutamente il passato dei dipendenti, fornendo loro una seconda occasione di vita. Tra “fedine penali” e mancanza dei requisiti scolastici, la platea che verrà esclusa dalle assunzioni arriva a circa 7 mila unità, comprendendo anche coloro che non hanno l’anzianità sufficiente per poter presentare la domanda.
Fonte: Affaritaliani