ROMA, 09/10/2019 – «Spara e scappa!». Questa non è una storia di mafia, e nemmeno una storia di guerra tra bande che si contendono le piazze dello spaccio della Capitale. No, quello che hanno scoperto Le Iene (e riportato nella puntata andata in onda ieri sera su Italia Uno) è una «truffa» – così come definita nel servizio televisivo che tocca i romani più vicino delle «ammazzatine» mafiose, che fa più rabbia di balordi che uccidono altri balordi per il controllo dello smercio della droga. È una storia che entra nelle tasche dei cittadini, di tanti esercenti onesti, già vessati da un’amministrazione capitolina che chiede loro il pagamento di una Tari (tassa sui rifiuti) tra le più alte d’Italia. Questa è una storia di «monnezza», immondizia non raccolta, soprattutto nel centro storico della città, con un semplice stratagemma che avrebbero architettato i “capoccioni” della società Roma Multiservizi, che si occupa per conto di Ama (La municipalizzata per l’ambiente), del ritiro della differenziata presso i locali commerciali. Una montagna di rifiuti che restano pure in strada esasperando una situazione igienico-sanitaria già al collasso per la mancata raccolta dell’immondizia dai normali cassonetti. «I dirigenti di Roma Multiservizi hanno fatto una riunione agli inizi, dicendoci “attaccate più tardi”, e attaccare più tardi significa non raccogliere perché i negozi sono chiusi (…) Hanno addirittura creato un gruppo whatsapp chiamato “spara e scappa”». Perché? «Perché dobbiamo “badgiare” veloci senza raccogliere i rifiuti…». La “gola profonda” della Iena Filippo Roma probabilmente è un dipendente della Multiservizi che ha deciso di rivelare come faccia l’azienda ad ottemperare al contratto di servizio con l’Ama, risparmiando sull’utilizzo di mezzi, turni notturni e dunque personale. Un risparmio che si traduce in soldi che restano nelle casse della Multiservizi. Eppure, l’azienda, e questo è paradossale, è partecipata dal Campidoglio al 51%. E sono le casse comunali, a loro volta, a dover rimpinguare quelle di Ama, quando questa naviga economicamente in cattive acque. In questa storia, insomma, non si capisce chi è che avrebbe “rubato” a chi. Quello che è chiaro, almeno stando al racconto televisivo de Le Iene, è, invece, come lo avrebbero fatto. Il trucco sarebbe tutto negli orari e nelle strisciate dei badge. Prima però bisogna fare un passo indietro e spiegare come funziona la raccolta differenziata per gli esercizi commerciali. L’Amministrazione, per le utenze non domestiche, ha previsto una raccolta “mano a mano”, con i negozianti che a determinati orari consegnano l’immondizia accumulata nei retrobottega, direttamente nelle mani degli operatori della Multiservizi. Chiaro che spesso, anche a causa dei cattivi odori, sono costretti ad ammucchiare i sacchi in strada così che, dopo l’orario di chiusura, se dovesse passare il camioncino, il rifiuto e la puzza possano essere portati via. Ma il passaggio degli operatori avverrebbe così come confermato anche dagli stessi operatori raramente nell’orario previsto. Il perché lo spiega ancora la fonte anonima delle Iene: «Noi attacchiamo la sera, quando il 50/60 per cento delle utenze già sono chiuse. Quindi ci fermiamo con il camioncino, “badgiamo” con un nostro palmarino un codice a barre che sta all’esterno dell’utenza, come se avessimo raccolto, ma l’utenza è chiusa fisicamente e quindi non raccogliamo. E di queste “badgiate” – conclude ne facciamo 160/200 ogni sera su ogni palmarino». Dalla “badgiata”, quindi, come ricostruito dalla iena Filippo Roma e confermato dalla fonte, «risulta che noi siamo passati a raccogliere un materiale che non c’era. E questa è una truffa». E nemmeno da poco, visto che la Multiservizi viene pagata profumatamente dall’Ama, in particolar modo se il passaggio, o “badgiata”, viene fatta di notte. Più “badgi”, quindi, più incassi. E se “badgi” senza raccogliere, è meglio, perché, come spiega ancora l’operatore “pentito”, «ritirare i rifiuti significherebbe fare meno “badgiate”. Senza ritirare ne possiamo fare fino a 200 per ogni palmarino, se invece dobbiamo anche raccogliere, il tempo ci vuole, quindi non potranno essere superiori a 40, 50 (i ritiri di rifiuti, ndr)». Addirittura la Multiservizi, aggiunge la fonte de Le Iene «paga un operatore, anche poco, con due palmarini». Ma sono gli operatori a prendere l’iniziativa? Manco per sogno. L’ordine di “badgiare”, quando ci si trova davanti a un negozio chiuso, anche per ferie, e per strada non c’è ombra di sacchi della spazzatura, verrebbe dall’alto. Le Iene, grazie alla loro fonte, avrebbero ripreso in video uno scambio di whatsapp tra un operatore e quello che, probabilmente, è un suo diretto superiore. L’operatore domanda: «Ci confermate che possiamo e dobbiamo sparare attività commerciali chiuse o in ferie? Perché girano i controlli dell’Ama e non vogliamo passare guai». Risposta: «Sì, sparate sparate». Ottenute queste informazioni dalla sua fonte, la troupe guidata da Filippo Roma ha seguito di notte alcuni camioncini di Roma Multiservizi. Ad ogni giro gli operatori si sarebbero limitati a passare il badge sul codice a barre del secchio o sul codice a barre affisso accanto alla saracinesca dell’esercizio pubblico, senza però raccogliere immondizia, neanche quando questa era stata lasciata fuori dal commerciante. Le Iene avrebbero dunque così accertato la veridicità del racconto fatto dalla fonte. A questo punto a Le Iene non è restato che andare dagli attori in causa portando «in dono» un sacco nero dell’immondizia. Prima è toccato all’Ama, dove un dirigente incontrato è riuscito a dileguarsi in un ascensore senza rispondere alle domande della Iena. Dalle nuvole – sempre stando alla ricostruzione e al montaggio televisivo della trasmissione Le Iene – sarebbe caduto invece il presidente della società Roma Multiservizi, Maurizio Raponi, il quale si sarebbe poi difeso spiegando che il servizio “porta a porta” – o forse sarebbe meglio chiamarlo “serranda a serranda” – voluto dall’amministrazione comunale, è «partito da poco e ancora non funziona a dovere». Ultima tappa del “Babbo Natale” con il sacco nero: palazzo Senatorio. Ma La Iena sarà costretta a salirci un’altra volta, in Campidoglio. Per ora, ci basti sapere che il sindaco Virginia Raggi ha promesso un incontro per approfondire l’argomento. L’immondizia, intanto, resta davanti ai negozi e sui marciapiedi.
Fonte: Il Tempo