Macerata – Le richieste di aiuto e, non sempre, è facile soddisfarle. Perché i maceratesi (e non solo) che bussano alle porte dei Servizi sociali del Comune lo fanno per i motivi più svariati, per un sostegno agli affitti, per pagare le bollette, ma soprattutto per fare la spesa. Anche se, a volte, non è facile superare il disagio nel dover chiedere aiuto. Per questo il Comune, con il supporto del servizio mensa delle scuole, ha pensato a un modo per utilizzare al meglio quanto viene cucinato, evitando che quello che non viene consumato finisca nella spazzatura. Ma anzi venga donato a chi ne ha bisogno. «All’ufficio dei servizi sociali abbiamo notato un aumento delle richieste di aiuto, soprattutto per i servizi base – spiega l’assessore Marika Marcolini -, come l’aiuto per la spesa e per l’affitto, per cui si è cercato di sviluppare progetti specifici». Per questo da settembre verrà avviata la sperimentazione del progetto «C’è un pasto per te», che vuole promuovere una distribuzione parallela di pasti con un processo di «adozione» diretta nei confronti di singoli o di famiglie in difficoltà che, previa segnalazione del Comune, possono beneficiare di un pasto giornaliero da asporto cucinato in una delle mense scolastiche. «Da anni già portiamo avanti un servizio di buoni pasto per persone indigenti che si possono rivolgere alle strutture del territorio, come l’Emporio solidale – continua l’assessore Marcolini -, ma molti fanno fatica ad andarci, sia per questioni di privacy, ma anche di difficoltà nelle raggiungere le strutture, perché spesso si tratta di persone anziane. Se a questo aggiungiamo che l’ufficio scuola ha delle eccedenze rispetto a quello che viene cucinato nelle mense e poi realmente consumato, abbiamo pensato di unire le due cose. Perché il cibo cucinato e non servito che, ovviamente non può essere presentato il giorno dopo ai bambini, verrebbe buttato, mentre così verrà impacchettato e donato ad alcune persone selezionate dal Comune». La sperimentazione partirà a settembre con la scuola della «Fratelli Cervi», le cui eccedenze della mensa verranno distribuite a cinque persone individuate dai Servizi sociali. «Faremo una prova di alcuni mesi – conclude l’assessore – in cui le persone si recheranno a scuola, passando da un ingresso secondario per tutelare la loro privacy, e potranno ritirare il pasto. Dopo la fase di sperimentazione, l’obiettivo è di estendere il progetto alle altre nove mense comunali, in modo da coprire le richieste di una cinquantina di persone».
Fonte: Il Resto del Carlino