Fabrizio Merlipavia – Nelle case di 722 pavesi stanno per arrivare le cartelle esattoriali per il pagamento di rette relative alla refezione scolastica per gli anni 2017 e 2018. In tutto si tratta della somma di 259.673 euro che il Comune di Pavia non aveva incassato all’epoca e tenta di recuperare adesso. quasi 90mila pastiNegli anni scolastici 2017 e 2018, alcuni genitori non hanno versato quanto dovuto al Comune per i pasti che i figli hanno consumato a scuola.Facendo un calcolo approssimativo, si parla di circa 90mila pasti. In questi casi, il Comune si affida a una società che ha l’appalto per il recupero dei crediti e che si chiama Abaco Spa.Sono gli addetti di questa società che si incaricano formare l’elenco dei debitori e lo trasmettono al Comune per l’approvazione. Il passo successivo è l’invio al domicilio di ciascuno dei debitori di una cartella esattoriale con la quale il cittadino viene invitato a regolarizzare la propria posizione in relazione al pagamento delle tariffe comunali.Il calcolo dei pasti non pagati è abbastanza difficile da definire. Non tutti i genitori, infatti, pagano la stessa somma e le tariffe sono differenti a seconda del tipo di servizio fornito dal Mezzabarba. Va detto che la società che gestisce la refezione scolastica eroga, annualmente, circa 800mila pasti. Le tariffe sono abbastanza “popolari”. Si va da un massimo di 5 euro per chi paga la tariffa intera (famiglie con reddito Isee superiore ai 12.650 euro) alle tariffe ridotte: 4 euro e 50 (per redditi Isee tra i 9.491 e i 12.650 euro), un euro e 80 (per redditi Isee tra i 5.321 e i 9.490 euro) fino ai 50 centesimi chiesti come tariffa base a tutti. Non c’è quindi una fascia di reddito con esenzione. Queste sono le tariffe in vigore per la mensa di materne, elementari e medie. Negli asili c’è anche la merenda del pomeriggio. Il costo va dai 30 ai 10 centesimi, a seconda della fascia di reddito.quanto si recupera?Quanto entrerà effettivamente nelle casse del Mezzabarba? Statisticamente, le società specializzate (prima Equitalia, oggi Abaco) riescono a recuperare circa l’80 per cento del non pagato. Infatti per legge il Comune è tenuto a etichettare il 20 per cento dei crediti come “non esigibili”, cioè soldi ai quali dire addio. Eppure l’informazione ai cittadini è capillare.Il procedimento che il Comune adotta per informare le famiglie debitrici è articolato: ogni tre mesi viene inviata a tutti gli utenti una lettera che informa sul saldo negativo; una volta all’anno viene spedita ai soli debitori una raccomandata con cui si chiede di effettuare il pagamento del debito residuo entro 60 giorni dal ricevimento. Poi scatta il ruolo, con l’elenco dei debitori
Fonte: La Provincia Pavese