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Corriere della Sera, Torino
TORINO – Qualche manifestazione di interesse in più per la realizzazione del Parco della Salute ce la si aspettava. Ma averne 5 sarebbe stato già un record, visto che i lavori sono imponenti e l’iter prevede che i privati interessati a costruire anticipino ben 305 milioni di euro, restituiti poi in trent’anni. Alla fine le domande pervenute sono state 3. Le hanno presentate tre raggruppamenti temporanei di imprese di cui fanno parte complessivamente 13 grandi imprese di costruzioni, ditte che gestiscono edifici e fondi di investimento: sono Siram, Itinera e Stabile Sis.
È andata bene comunque. Ma la strada che porta alla nascita del nuovo ospedale di Torino rimane lunga. Il cantiere non partirà prima del 2022 e andrà avanti almeno per 5 anni. «Al netto di eventuali ricorsi», non nasconde Paolo Melchior, responsabile del procedimento di gara. L’eventuale appello ai giudici non è che il primo degli ostacoli che il Parco ha davanti. In tutto ce ne sono almeno 5. Il secondo: i tempi sono stabiliti dalla legge e vanno rispettati. Alcune imprese ritengono ci vorrà almeno qualche mese prima di poter essere ammessi alla fase clou, il dialogo competitivo. Sarà il momento in cui i tre raggruppamenti dialogheranno con la stazione appaltante – la Città della Salute – per avanzare le loro proposte e recepire le esigenze dei medici sulla base dello studio di fattibilità. Tra un anno ognuno di loro presenterà il suo progetto preliminare. I tre disegni saranno valutati da una commissione che selezionerà il vincitore. Terzo ostacolo: a quel punto l’aggiudicatario dovrà richiedere le autorizzazioni per costruire ed elaborare il progetto esecutivo sperando che non ci siano intoppi. Ecco che si arriva al 2022 per la posa della prima pietra.
E c’è ancora un quarto dubbio. ll bando per bonificare i terreni dell’ex area Fiat Avio, dove il Parco sorgerà, non è ancora stato pubblicato. Arpa deve verificare alcuni documenti prima di dare il suo ok. «E, nonostante l’area sia indagatissima, vista la presenza del nuovo grattacielo della Regione, non escludiamo sorprese» dice Melchior. Ma il direttore generale della Città della Salute, Silvio Falco, è soddisfatto: «Questo è il primo importante passo verso il futuro Parco, una modernissima struttura con le migliori eccellenze in campo sanitario, della ricerca e dell’insegnamento». Resta, però, ancora un quinto scoglio: la politica.
Fonte: Corriere della Sera, Torino – Lorenza Castagneri