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Pescara – Chiusa l’inchiesta sulla maxi intossicazione alimentare che nel maggio del 2018 colpì oltre 200 bambini, in seguito alla somministrazione di prodotti caseari contaminati nelle mense delle scuole elementari e materne del comune di Pescara. Otto gli indagati, tra esponenti della Cirfood, società che insieme alla Bioristoro si era aggiudicata l’appalto per la gestione delle mense dal 2016 al 2020, amministratori dell’azienda agricola Savini e Di Nicola, con sede a Vicoli, che forniva prodotti caseari alla Cirfood e amministratori del caseificio Leone di Sulmona, che secondo la Procura avrebbe prodotto le caciotte contaminate. Esce fuori dall’inchiesta, invece, il legale rappresentante della Bioristoro, inizialmente iscritto nel registro degli indagati. Nella giornata di ieri gli uomini del Nas e i carabinieri forestali di Pescara hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini. Le ipotesi di reato più gravi, formalizzate dal procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e dal sostituto Anna Benigni, sono a carico di Farbrizio Gazzo e Anna Flisi, entrambi della Cirfood, il primo procuratore speciale in materia di contratti d’appalto e la seconda responsabile della gestione delle non conformità, e di Angelo ed Eleonora Leone, amministratori dell’omonimo caseificio: sono accusati di lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. La maxi intossicazione sarebbe stata infatti causata dal Campylobacter jejuni, un batterio rinvenuto in alcune caciotte che a giudizio della Procura sarebbero state prodotte con “latte non adeguatamente pastorizzato”. In particolare l’accusa contesta ai Leone di essersi avvalsi, all’interno dello stabilimento di produzione, “per il processo di pastorizzazione del latte fresco, di un pastorizzatore obsoleto e non efficace”, che avrebbe comportato la “contaminazione tra il latte crudo ed i patogeni nello stesso presenti, e il latte pastorizzato”. Gazzo e Flisi, sempre secondo l’accusa, non avrebbero invece assicurato che venisse eseguito il numero di controlli di qualità richiesto dal bando della gara d’appalto. Inoltre, a fronte di tre non conformità rilevate, a seguito dei campionamenti eseguiti tra il novembre del 2017 e l’aprile del 2018 in un asilo e in due scuole, avrebbero omesso “di attivare le procedure di controllo successive”. Sia ai due Leone che a Gazzo e Flisi viene dunque contestato di avere causato, “mediante l’incauta somministrazione” dei prodotti caseari contaminati, “la tossinfezione alimentare, con sintomi di vomito, diarrea, anche ematica, febbre e dolori addominali, in danno di 222 soggetti che avevano consumato tali prodotti”. Una tossinfezione che comportò il ricovero di 113 bambini, in alcuni casi anche per diversi giorni, negli ospedali di Pescara e Chieti. Nei guai anche altri due esponenti della Cirfood, il procuratore speciale per la stipula dei contratti d’appalto Marcello Capuzzi e il responsabile della selezione dei
fornitori Massimiliano Merenda, accusati di frode e inadempimento nelle pubbliche forniture insieme a Christian Savini e Maria Luisa Di Nicola, amministratori dell’azienda agricola Savini e Di Nicola. A loro la Procura contesta di avere fornito alle mense “ricotta, burro, mozzarella e crescenza realizzati con latte crudo anziché pastorizzato”. Una caratteristica merceologica, quest’ultima, che era invece espressamente richiesta “dall’allegato 7 al capitolato speciale del bando di gara, per evidenti ragioni di sicurezza degli alimenti da somministrare ai bambini”.
Fonte: Stefano Buda, Il Messaggero