Latina Editoriale Oggi
Riflettori accesi, a Latina e anche in Regione, sul caso delle addette allo sporzionamento pasti all’ospedale Santa Maria Goretti, licenziate in tronco dalla cooperativa Vivenda (che gestisceil servizio). A tenere l’attenzione alta sul caso è innanzitutto il sindacato Confial, guidato dal segretario Enrico Della Pietà, che segue la vicenda che ha interessato le dipendenti sin dalle prime richieste di maggiore sicurezza sul posto di lavoro,legate per lo più al trasporto del grande e pesante carrello contenente i pasti. Si tratta di una mansione non espressa nel contratto di lavoro ma che le operatrici hanno sempre svolto come “extra”, per poi interromperlo non vedendo risposte dalla coop. Quest’ultima le avrebbe licenziate proprio per questo motivo, solo tramite una telefonata il giorno prima, per poi ribadire l’allontanamento dal posto di lavoro la mattina seguente, a pochi minuti dall’inizio del turno. Adesso la questione è ufficialmente uscita dalla sola contestazione sindacale, e tramite la Confial arriva in tutte le sedi istituzionali. Infatti, dal giorno dei licenziamenti (14 febbraio), il sindacato ha impugato l’atto, trasmettendo una nota dettagliata al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, all’assessore Alessio D’Amato e al presidente della Commissione Sanità in Regione, Giuseppe Simeone. Ed è proprio dal consigliere regionale di Forza Italia che è arrivata una prima risposta ufficiale: Simeone ha formalmente presentato un ‘ interrogazione al presidente Zingaretti, che verrà discussa il 6 marzo. La stessa relazione è stata inviata circa una settimana fa anche al dirigente della Asl, Giorgio Casati, ma ad oggi non c ‘ è ancora stata risposta (probabilmente per il poco tempo a disposizione). Infine, la nota è stata inviata anche al Prefetto di Latina, Maria Rosa Trio, per conoscenza. E non finisce qui: «Adesso – spiega Della Pietà – insieme al legale Gonzalez stiamo stiamo preparando una denuncia da presentare sia alla Procura della Repubblica che all’Ispettorato del Lavoro. Intraprenderemo le strade necessarie sia per giungere al giudizio ordinario che a contestare il comportamento antisindacale dell ‘ azienda». Insomma, la battaglia è veramente appena iniziata. Soprattutto perché, ricorda Della Pietà, nonostante le dipendenti (10 su 25 totali) siano state licenziate oltre due settimane fa, continuano a ricevere delle lettere di richiamo, postume al licenziamento stesso. «Troviamo assurdo che ci sia un procedimento di licenziamento in corso e continuino ad arrivare le lettere disciplinari – conclude Della Pietà Come possono fare le dipendenti a contestare lettere di richiamo, se è arrivato licenziamento?».