LO SCANDALO MENSE
Arriva la svolta nell’inchiesta sull’intossicazione alimentare che colpì circa 200 bambini delle materne ed elementari del Comune di Pescara: sarebbe il formaggio, e nello specifico una caciottina, il responsabile di questa massiccia intossicazione da Campylobacter che portò addirittura in ospedale oltre 130 bambini. La notizia è coperta da uno stretto riserbo degli inquirenti che non confermano ancora nulla, evidentemente in attesa di una risposta certa da parte degli esperti dello Zooprofilattico che starebbero esaminando il formaggio incriminato, anche se qualche riscontro arriverebbe però dalla Asl.
LA SVOLTA DEL NAS
All’individuazione del prodotto, che al momento viene ritenuto la causa dei malori che hanno colpito anche una decina di insegnanti, si sarebbe giunti grazie al prezioso lavoro dei carabinieri del Nas, che seguono le indagini insieme ai carabinieri forestali, ma soprattutto all’attenzione posta da una dirigente scolastica che, all’indomani dell’esplosione del caso, bloccò un paio di persone della Cir che si erano recate nella cucina della sua scuola per prendere il cibo rimasto dopo la sospensione del servizio disposto dal sindaco. E questo qualche ora prima che la magistratura mettesse sotto sequestro tutti i centri cottura e le cucine dislocate nella città e utilizzate da Cir Food e Bioristoro che, in associazione, si aggiudicarono la gara di appalto da 17 milioni di euro. Ebbene, la dirigente strappò quasi dalle mani dei due quel formaggio e avvertì prontamente il Nas. Da quel momento i militari avrebbero proceduto ad una serie di controlli e di accertamenti sui bambini di quella scuola colpiti dall’intossicazione e anche su quelli che rimasero indenni.
LA BIMBA CELIACA
E fra questi avrebbero individuato una bimba celiaca, unica della sua classe a non essere stata colpita da malore, proprio perché nel giorno in cui veniva servito quel formaggio, fu costretta a mangiare altro a causa della celiachia. Andando a ritroso gli investigatori sarebbero risaliti al fornitore del formaggio, un caseificio locale, che sarebbe già stato visitato dai Nas e dagli esperti dello Zooprofilattico alla ricerca di conferme sulla presenza del Campylobacter. Dunque non sarebbe stata la carne a provocare le intossicazioni (l’acqua era già stata scartata quasi subito dopo le analisi effettuate dagli esperti e dopo i controlli della stessa Aca), ma un formaggio. Ora il lavoro investigativo dovrà comunque continuare per capire, qualora dovesse arrivare la conferma dalle analisi in corso, come il Campylobacter sia arrivato al formaggio. E questo va accertato verificando i luoghi dove vengono prodotti i formaggi e anche con cosa, nel caso, vengono miscelati prima della conclusione del ciclo produttivo. Intanto, lo ricordiamo, per questa vicenda il procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e il sostituto Anna Benigni hanno indagato quattro persone, che rappresentano i vertici delle due società: tre di Cir e uno di Bioristoro. Sono Chiara Nasi, Fabrizio Gazzo ed Emilio Fiorani della Cir e Maria Teresa Pianesi della Bioristoro. Le accuse sono pesanti: commercio di alimenti nocivi, adulterazione e contraffazione di sostanza alimentari e lesioni personali.