La Repubblica, Palermo – Gli studenti di Scienze politiche occupano un’aula del San Rocco per rivendicare il diritto negato a una mensa e i cinquemila colleghi palermitani, che hanno diritto a una borsa di studio, che non gli viene corrisposta per mancanza di fondi, chiedono tempi certi per ricevere i contributi. Gli studenti dell’ateneo tornano a fare sentire la propria voce, a pochi giorni dalla Finanziaria regionale che ha tagliato il contributo all’Ente diritto allo studio (Ersu) di un terzo, da un milione e 800mila euro a un milione e 200mila.
Le borse di studio negate. A dicembre dello scorso anno, su 8.600 aventi diritto l’Ersu ha potuto garantire 3.100 borse di studio, il 36 per cento del totale, con circa 5.500 studenti esclusi. Adesso, con il raddoppio dei fondi ministeriali, passati per l’Isola da 12,5 a 25,7 milioni di euro, a Palermo i beneficiari effettivi raggiungeranno l’80 per cento degli aventi diritto, anche se la gran parte degli studenti non ha ancora ricevuto le borse promesse, perché i fondi non sono stati versati all’Ersu.
“Purtroppo però a parte qualche caso non ci risulta che le nuove borse siano arrivate e chiediamo tempi certi – dice Chiara Puccio, senatrice accademica all’Unipa per il gruppo studentesco Uniattiva – Palermo non sarà la città più cara d’Italia, ma una camera singola con le bollette può arrivare a 250 euro al mese, a cui si aggiungono altri 200 euro di spese alimentari, per non parlare dei libri”. A marzo il gruppo studentesco attivo a Palermo, Catania, Messina ed Enna ha lanciato una petizione con centinaia di firme per risolvere il problema. E gli studenti sono andati oltre realizzando un dossier secondo il quale solo mille delle 2.500 matricole del primo anno aventi diritto hanno ricevuto la borsa. “Attualmente – fanno sapere dall’Ersu Palermo – copriamo un terzo delle borse e ne abbiamo coperto il 66 per cento l’anno prima, ma non appena arriveranno tutti i fondi dovuti, soprattutto quelli statali, garantiremo le borse ad almeno l’80 per cento degli aventi diritto”.
La Regione taglia ancora. Se lo Stato ha raddoppiato i fondi per la Sicilia da 12,6 a 25,7 milioni di euro, la Regione ha continuato a tagliare il proprio contributo. Basti pensare che, nel 2009, citando il piano della performance dell’Ersu, solo Palermo riceveva dalla Regione 7 milioni e 640mila euro.
“L’aumento dei fondi statali è una vittoria – dice Vincenzo Calarca, senatore accademico dell’Onda universitaria – ma la Regione continua a non investire sulla formazione dei suoi giovani e anzi ci è andata bene perché temevamo che tagliassero ancora di più”. Tagli che secondo l’Ersu a Palermo potrebbero pesare sulle spese di gestione, come utenze e servizi degli otto studentati gestiti dall’ente: sette a Palermo e uno distaccato a Caltanissetta.
Il caso della mensa fantasma. E ieri mattina un gruppo di studenti di Scienze politiche ha occupato un’aula inutilizzata al piano terra del collegio San Rocco di Palermo. “Vogliamo una mensa”, hanno scandito forte gli universitari, che hanno incontrato il rettore Fabrizio Micari allo Steri. “Noi paghiamo le tasse come gli studenti delle facoltà che hanno una mensa. Siamo ogni giorno costretti a spendere soldi fra un bar e l’altro o portarci il pranzo da casa riducendo così la sala lettura in una sala pranzo”, dice Alessandro Tagliarini, studente di Scienze politiche e portavoce dell’Assemblea studenti di Scienze politiche in lotta. Dice di condividere le ragioni dei ragazzi anche Fabrizio Micari, che si augura tuttavia che si restituisca l’aula nuova pronta a essere consegnata agli studenti. “Il tema sollevato – dice il rettore – è più grande e riguarda l’Ersu e il diritto allo studio. Bisogna capire se si vuole investire o meno nella formazione dei giovani da cui dipende il futuro di questa terra. Quello che proponiamo è una legge del diritto allo studio che non significa solo borse, ma riguarda altri elementi, come la mobilità e gli alloggi”. Secondo l’Ersu il problema mensa sarà presto risolto. “Abbiamo assegnato l’appalto per la gestione dei servizi della nuova mensa di Santissima Annunziata, che si trova a pochi metri e che risolverà una volta per tutte questo problema”.
Fonte: La Repubblica